Tangenti a Caserta, l'ufficiale dell'Esercito: «Dammi 4mila euro»

Tangenti a Caserta, l'ufficiale dell'Esercito: «Dammi 4mila euro»
Martedì 19 Aprile 2016, 14:15
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«Ci sono 4mila euro da dare». Così il colonnello Gaetano Mautone, Capo Ufficio Amministrazione del X Reparto Infrastrutture dell'Esercito di Napoli, si rivolge all'imprenditore Francesco Caprio nel corso di una telefonata intercettata dagli investigatori della Guardia di Finanza e della Squadra Mobile di Caserta. Il riferimento - sostiene la Procura - sarebbe relativo a una tangente che l'imprenditore avrebbe versato per aggiudicarsi i lavori di circa 20mila euro al deposito munizioni di Carditello, località del comune di San Tammaro ( Caserta) nota per la Reggia borbonica.

Per gli inquirenti si tratterebbe del quarto appalto indetto dal X Reparto che l'imprenditore si sarebbe aggiudicato negli ultimi anni pagando tangenti; nella prima fase dell'indagine, culminata con gli arresti del gennaio scorso, gli inquirenti avevano già accertato il pagamento da parte di Caprio di due tangenti di 35mila e 9mila euro per l'affidamento, avvenuto nel 2014, di lavori alle caserme di Capua e Maddaloni; un quinto affidamento «sospetto» è ancora sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. «Le intercettazioni si sono rivelate uno strumento di prova fondamentale» ha spiegato il procuratore Capo di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina.

Un'altra conversazione intercettata ha permesso di trovare i riscontri alle modalità di manipolazione delle gare, che venivano fatte con il massimo ribasso. «Inviami l'offerta via posta o via fax» dice sempre Mautone all'imprenditore concorrente di Caprio, che perderà la gara. «Non è possibile - denuncia il procuratore aggiunto Antonio Amato - che le offerte per gare pubbliche vengano ancora inviate con modalità che non garantiscono la segretezza della procedura, quando esiste la posta elettronica certificata».

Gli inquirenti hanno infatti scoperto che nell'offerta fatta pervenire da Caprio, tra l'altro non protocollata, il ribasso, molto elevato, era stato scritto a penna. Alla turbativa d'asta, è emerso, hanno preso parte tutti i componenti della commissione di gara, finiti in cella; ci sono i dipendenti civili Aniello Palomba, addetto amministrativo, e l'ufficiale rogante Patrizia Giunta, moglie del tenente colonnello Raffaele Bisogno, capo Ufficio Lavori del X Reparto, anch'egli arrestato. E c'è l'ex comandante Cannarile, il quale viene più volte citato nelle intercettazioni ed inoltre viene chiamato in causa dallo stesso Caprio, che dopo il primo arresto di gennaio, messo di fronte alle intercettazioni, ha fatto qualche ammissione, spiegando agli inquirenti di essersi rivolto proprio a Cannarile per riferirgli delle pressioni ricevute dai due ufficiali (Mautone e Crisileo), che «non si accontentano mai». «Il Comandante - ha raccontato l'imprenditore - non fece nulla».

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