È ancora giallo sulla tragedia che ha sconvolto Casal di Principe mercoledì. Gaetano di Bona, un operaio di 62 anni, è caduto dall'altezza di due metri dall'impalcatura di un cantiere dove lavorava, un'abitazione privata in via Genova. Erano circa le 15 quando si è consumata la tragedia e la notizia ha fatto subito il giro del paese rattristando l'intera comunità. L'uomo è giunto in ospedale già in fin di vita e nessun intervento è riuscito a salvarlo. La causa del decesso ancora da confermare. Potrebbe trattarsi di un infarto fulminante, ma non si escludono altre possibilità e i carabinieri, accorsi sul posto, hanno dovuto mettere i sigilli al cantiere in attesa di ulteriori accertamenti. «In questo momento sono in corso indagini per verificare la dinamica dei fatti dichiara il capitano Marco Busetto, comandante della caserma dei carabinieri di Casal di Principe . Non sappiamo ancora nulla di certo anche se non si esclude che la vittima abbia avuto un infarto. Si andranno a verificare anche altri aspetti importanti che riguardano il rispetto delle norme sulla sicurezza». E oltre alle indagini, sarà anche l'autopsia a fare chiarezza. Un coro di dissenso da parte dei sindacati della provincia di Caserta. «Siamo in attesa dei risultati delle indagini della magistratura e non possiamo pronunciarci sul caso specifico dichiara la segretaria provinciale della Cgil, Sonia Oliviero. «Ovviamente la nostra attenzione va sull'età della vittima che esprime il dramma che questo territorio vive da sempre. Si entra tardi nel mondo del lavoro e si arriva tardi alla pensione. La strage continua e non si ferma mai. È una situazione terrificante contro cui combattiamo da sempre. Ci vogliono più regole, più controlli, ovviamente prevenzione e istituzione di un Osservatorio».
Le fa eco il segretario provinciale Uil. «Siamo in presenza dell'ennesimo caso di morte bianca - afferma Pietro Pettrone - Esprimiamo vicinanza alla famiglia e piena solidarietà. Lottiamo da sempre per una legislazione che aiuti e tuteli gli operai dei lavori cosiddetti usuranti affinché vengano accompagnati verso un esito pensionistico dignitoso e al tempo stesso crei condizioni di sicurezza validi per chi è ancora in attività. Bisognerebbe attivare una cooperazione di tutte le forze in gioco per debellare tutto ciò che non corrisponde alle regole». «La scia di sangue, purtroppo, è lunga e non sembra arrestarsi - aggiunge Giovanni Letizia, segretario provinciale Cisl -.