Alife, schiaffi e pugni alla compagna per gelosia: arrestato dai carabinieri

L'uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni

L'intervento dei carabinieri
L'intervento dei carabinieri
Martedì 23 Aprile 2024, 14:12
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I carabinieri della Stazione di Alife hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - su conforme richiesta della Procura della Repubblica - con la quale è stata disposta una misura cautelare degli arresti domiciliari, nei confronti di un soggetto, gravemente indiziato, fatta salva la presunzione di innocenza, del delitto di maltrattamenti in famiglia e lesioni con l’aggravante dall’aver commesso i fatti in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata da questo Ufficio di Procura, ha permesso di acquisire elementi di accusa contestati all’indagato per reiterate e gravi percosse, molestie, ingiurie e atti intimidatori messi in atto nei confronti della compagna convivente, posti in essere al culmine di litigi caratterizzati dalla gelosia verso la persona offesa e debordati in violenti impulsi aggressivi.

Le indagini hanno avuto inizio a seguito della richiesta dei familiari della vittima dopo l’ennesimo episodio violento nei confronti della persona offesa che, nel frangente, veniva colpita con schiaffi e pugni causandole contusioni e tumefazioni al volto e sul collo. A seguito di tale ultimo evento la vittima, superando le proprie paure e la situazione di intenso disagio psicologico, ha dettagliatamente descritto le condotte dell’indagato che si protraevano dal mese di settembre 2023 e con condotta perdurante. I conseguenti riscontri investigativi hanno consentito di raccogliere i necessari e gravi indizi di colpevolezza che hanno permesso di ricostruire la brutale vicenda in danno della donna, con la procedura d’urgenza del cosiddetto “Codice Rosso”. 

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Nonostante la pendenza dell’azione cautelare messa in atto con urgenza dalla Procura, nel corso delle attività investigative delegate e dei protocolli di sicurezza adottati in favore della vittima, i carabinieri attuavano un dispositivo di vigilanza dinamica che consentiva di registrare che l’indagato si recava più volte presso l’abitazione della compagna per indurla a rimettere la querela sporta e ciò anche nello stesso giorno in cui veniva eseguita l’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari.

Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, che 1’odierno indagato è da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva e che la misura cautelare veniva adottata senza il contraddittorio che avverrà innanzi al giudice che potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati. 

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