Benevento, foto postate su TikTok: sequestrati i cellulari agli indagati per torture

Sono stati interrogati ieri i quattro indagati per violenze su tre giovani

L'operazione tra Benevento e San Leucio del Sannio
L'operazione tra Benevento e San Leucio del Sannio
di Enrico Marra
Martedì 12 Marzo 2024, 11:31 - Ultimo agg. 12:30
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Prologo degli interrogatori ieri mattina per uno dei quattro indagati per le violenze su tre giovani. Si tratta di Vincenzo Cinque di 25 anni che nel momento in cui veniva arrestato ai domiciliari per l'imputazione di torture ai danni delle vittime, veniva trovato i possesso in casa di 80 grammi. 

All'interrogatorio era presente il suo legale Antonio Leone ed il magistrato ha deciso di fargli lasciare il carcere per questo ulteriore reato e di inviarlo agli arresti domiciliari. E nel pomeriggio di oggi per le violenze su i tre giovani, saranno interrogati dal Gip Vincenzo Landolfi, oltre a Cinque, il padre, Antonio Barone, 48 anni, che è in carcere, Emanuele Ucci 23 anni e Ludovico Lepore che sono agli arresti domiciliari. 

In queste ore i carabinieri, ai tre indagati che sono agli arresti domiciliari, hanno sequestrato i telefonini. Un provvedimento adottato dalla magistrato dopo che il deputato di Alleanza Verdi Emilio Borrelli, aveva denunciato che uno degli indagati ai domiciliari, Emanuele Ucci, aveva postato su Tiktok diverse foto, una frase «supereremo anche questa» e un cuoricino. 

Mentre Barone sarà ascoltato dal Gip nel carcere di contrada Capodimonte dove è detenuto i tre ai domiciliari saranno interrogati al Palazzo di Giustizia, e su disposizione del magistrato saranno scortati dai carabinieri. I quattro sono difesi da Antonio Leone, Luca Russo e Mario Villani. Sia Barone che Cinque renderanno delle dichiarazioni sull'accaduto, mentre gli altri due indagati dovrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere. La vicenda risale al 18 dicembre dello scorso anno, quando i carabinieri della stazione di San Leucio intimavano l'alt ad un'auto in cui erano Emanuele Ucci e Ludovico Lepore e sul sedile posteriore un giovane ventenne con ferite al volto.

Partivano le indagini ed i carabinieri della compagnia di Benevento ricostruivano una storia di torture inflitte al giovane ventenne ad un suo amico quando si erano recati in casa di Antonio Barone al rione Libertà presente il figlio Vincenzo Cinque per restituire un orologio che ,a dire degli indagati era sta rubato, in realtà era stato perso nel corso di una lite a Pietrelcina. I due giovnia e parzialmente un terzo avevano subito ogni sorta di violenza, inoltre erano stai anche derubati di una somma di denaro. 

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È stato condannato dal Gup Nuzzo, con il rito abbreviato a tre anni e quattro mesi, contro una richiesta del pubblico ministero di otto anni, Alessandro De Ieso di 51 anni di Pago Veiano. Era accusato di essersi disfatto di involucri contenenti cocaina gettandoli dalla finestra. Lo ha difeso Angelo Leone. Due condanne ed un rinvio a giudizio per un altro sequestro di droga, un chilo e duecento grammi di hashish, avvenuto nel 2019. La Squadra Mobile aveva scovato la droga , in un officina di auto demolizione, a Casale Maccabei. Rinviato a giudizio con processo fissato per il 12 novembre Armando Piscopo di 48 anni, invece condannato a tre anni e quattro mesi Raffaele Nizza 49 anni, il pm aveva chiesto quattro anni e sei mesi, una pena di due anni ed otto mesi per Andrea De Filippo di 37 anni. l'accusa aveva richiesto quattro anni e otto mesi. Imputati difesi da Antonio Leone e Fabio Russo.

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