Attese al Pronto soccorso, Agenas «salva» il Rummo

L'Agenas ha pubblicato un report sui tempi d'attesa per i diversi codici: 164 minuti per i codici bianchi e i 299’ per i verdi

Il pronto soccorso del San Pio-Rummo
Il pronto soccorso del San Pio-Rummo
di Luella De Ciampis
Mercoledì 24 Aprile 2024, 00:00
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Non ne esce male il Pronto soccorso del «Rummo» dal rapporto Agenas, che non colloca i reparti dell’emergenza urgenza delle strutture del Sannio (e della Campania più in generale) tra quelle maggiormente in sofferenza anche per tempi d’attesa, compresi in una forbice tra i 164 minuti per i codici bianchi e i 299’ per i verdi.

I DATI

Nel 2023, gli accessi complessivi al Pronto soccorso del «Rummo» sono stati 42.391, 10.389 in più rispetto al 2021 e 4.176 in più del 2022, con ulteriore incremento dei codici verdi, balzati a 21.112, degli arancio arrivati a 8.117 e dei rossi, arrivati a 1.858.

Dunque, nell’arco dell’ultimo anno, nel reparto si sono avvicendate in media 116 persone al giorno, 5 delle quali in codice rosso e, quindi, con patologie gravi da trattare nell’immediato, e 22 in codice arancio, con patologie e malori da prendere in carico nell’arco di 15 minuti dal momento dell’arrivo. Il dato che fa la differenza riguarda i tempi di stazionamento dei pazienti in Pronto soccorso prima che vengano trasferiti in reparto che, in alcune occasioni, superano le 48 ore. Questo accade perché i posti letto, soprattutto in alcuni reparti di degenza, sono occupati e bisogna attendere che si liberino. In pratica, l’intervento dei medici di Pronto soccorso dovrebbe essere considerato come quello dei vigili del fuoco, che spengono l’incendio ma poi corrono da un’altra parte perché hanno assolto al loro compito. Allo stesso modo, in Pronto soccorso, si sopperisce alle emergenze, si interviene sul dolore lancinante, si stabilizzano i parametri vitali, si individuano le cause di un malore ma nella fase successiva il paziente deve essere preso in carico nell’unità operativa di competenza oppure rimandato a casa.

IL QUADRO

Sul totale degli accessi giornalieri, i ricoveri raggiungono il 12%. Di questi, il 2% riguardano i codici bianchi e il 5% i verdi, mentre il resto è da attribuire ai codici rossi e arancio. L’azienda ospedaliera «San Pio», costituita dai presidi ospedalieri «Rummo» e «Sant’Alfonso Maria de’ Liguori», dispone di 548 posti letto di degenza, suddivisi in 452 in dotazione all’ospedale cittadino e 96 alla struttura di Sant’Agata de’ Goti. Nell’arco dell’ultimo triennio ha mantenuto un trend della degenza ordinaria più o meno omogenea, passando dalle 10.002 degenze del 2020 alle 10.066 del 2021, alle 9.054 del 2022 fino alle 9.769 del 2023. Dal documento si evince che il flusso dei ricoveri è diminuito di 297 unità rispetto al 2021 ma è aumentato di 715 unità rispetto al 2022. Sull’intero territorio nazionale sono stati registrati 18,27 milioni di accessi nelle unità di Pronto soccorso con un incremento del 6% rispetto al 2022. La prevalenza degli accessi è caratterizzata da codici bianchi e verdi, nel 68% dei casi, e tra questi almeno il 30% si possono ritenere impropri ed evitabili in quanto i pazienti arrivano autonomamente nei reparti dell’emergenza, nelle ore diurne e notturne, sia nei giorni feriali che festivi, risultando poi non idonei al ricovero solo in fase di visita medica. Sempre secondo i dati Agenas, l’arrivo in ambulanza in Pronto soccorso richiede in media tra i 30 e i 45 minuti, che variano in base alle aree di provenienza dei mezzi di soccorso, dal momento della chiamata alla centrale operativa del 118.

Lo standard previsto dal decreto ministeriale numero 70/2021 prevede un minimo di 20mila accessi annui per ciascun pronto soccorso. Ma dalla rilevazione emerge, inoltre, che circa il 75% delle strutture di Pronto soccorso presenti su scala nazionale registra un numero di accessi al di sotto degli standard. In particolare, nel 29% dei casi si individuano meno di 15mila ingressi all’anno perché sul territorio ci sono spesso tanti punti per l’emergenza che frammentano l’offerta. In base ai dati riportati, i 42.391 accessi all’anno registrati nel reparto dell’emergenza dell’ospedale cittadino sono più del doppio rispetto allo standard previsto dalla normativa, proprio perché accoglie un ampio bacino di utenza proveniente dall’intera provincia, con l’unico ausilio del Fatebenefratelli e un’attività molto ridotta del «Sant’Alfonso Maria de’ Liguori» di Sant’Agata de’ Goti.

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