Benevento, liste al "Rummo": 8 cittadini su 10 sono insoddisfatti

Ora 46 giorni per le visite cardiologiche, 84 e 133 per mammografia e colonscopia

L’azienda ospedaliera «San Pio»
L’azienda ospedaliera «San Pio»
di Luella De Ciampis
Venerdì 19 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 09:51
4 Minuti di Lettura

Cittadini insoddisfatti per la lunghezza delle liste d'attesa nei presidi sanitari del Sannio. Si aspetta troppo per effettuare una prima visita specialistica, prestazioni diagnostiche specifiche e interventi chirurgici. Secondo i dati Istat, oltre l'80% degli utenti della provincia di Benevento boccia i tempi di attesa necessari a effettuare prestazioni sanitarie, contro l'88% del resto della popolazione nazionale. Quasi tutti gli italiani sono convinti che il governo debba intervenire, investendo di più in sanità, mentre si registra un peggioramento dell'indicatore sulla fiducia nel personale sanitario, e infatti, il 20,1% dei cittadini ha assegnato un voto da zero a cinque ai medici. Le percentuali di maggiore insoddisfazione sono più elevate proprio nel Mezzogiorno dove si fa riferimento a un grado di consenso compreso tra il 24,2 e il 26,6%.

Negli ultimi due anni, sono tornati ai livelli pre-Covid i flussi dell'emigrazione ospedaliera extra regione, che è pari all'8,3% e costa al servizio sanitario del Sannio, qualche milione di euro all'anno. Infatti, Campania, Basilicata, Calabria e Puglia sono le regioni con maggiori flussi in uscita non compensati da flussi in entrata. La sfiducia, spesso immotivata, nella validità delle prestazioni offerte sul territorio, rappresenta il motivo principale della migrazione ospedaliera cui si aggiunge la carenza di personale. Molti pazienti oncologici del Sannio scelgono il «Gemelli» di Roma o di Campobasso, che è una costola dell'ospedale capitolino, per sottoporsi a interventi particolarmente delicati, mentre per la sostituzione di valvole cardiache e di grossi vasi sanguigni si spingono molto più a nord.

Tuttavia, si osservano disuguaglianze socio-economiche anche per la mortalità per malattie oncologiche della popolazione adulta, con uno svantaggio che aumenta con il diminuire dell'istruzione. Le diseguaglianze sono più marcate nei maschi meno istruiti che hanno una mortalità maggiore del 2,1% di chi ha un grado di cultura più elevato, mentre il rapporto scende a 1,4 tra la popolazione femminile. Nel 2021, il tasso di mortalità per tumori della popolazione adulta in una fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni, è diminuita rispetto al 2020 ed è pari al 7,8 per 10.000 abitanti, contro l'8% del 2020. Le strutture sanitarie del territorio, su input della Regione Campania, si stanno adoperando per attrezzare al meglio ospedali e ambulatori e per reperire il personale necessario a governare le liste d'attesa ma il compito è abbastanza difficile perché le richieste di prestazioni diagnostiche, ambulatoriali e chirurgiche rappresentano un mare magnum in cui è difficile non perdersi.

Video

Nel primo trimestre del 2024, il bilancio delle liste d'attesa al «Rummo» è positivo per quanto riguarda i ricoveri ordinari e in day hospital ma rimangono quasi invariate, rispetto all'anno precedente, le attese per alcune prestazioni ambulatoriali e diagnostiche. In pratica, le liste continuano a incrementarsi, visto che le prenotazioni non diminuiscono ma si registra una maggiore velocità nella fase di smaltimento per effetto di diversi fattori. Nonostante gli accorgimenti maggiori e le strategie messe in campo, lo scontento non diminuisce. Per i ricoveri ordinari, i tempi più lunghi sono da attribuire alle prestazioni urologiche con 83 giorni di attesa, all'Otorino con 73 e alla senologia con 55. Scendono da 75 a 47 i tempi di attesa per la Neurologia, a un massimo di 48 quelli di Ostetricia e ginecologia, partiti da 63.

Si sono inoltre notevolmente accorciati i tempi della Chirurgia vascolare, partiti dagli 82 degli inizi del 2023, e passati dai 32 dello scorso trimestre, ai 27 attuali.

In linea generale, le attese per i ricoveri programmabili sono diminuite quasi per tutte le branche, grazie al reintegro dell'organico di anestesisti e di medici di altre discipline e all'apertura di molti reparti che, dopo un lungo periodo di stasi, hanno ricominciato a funzionare a ritmo serrato. È invece salito dai 48 giorni necessari nell'ultimo trimestre del 2023 a 84, il numero di giorni di attesa per sottoporsi a una mammografia bilaterale, mentre rimangono 133 i giorni che ci vogliono per eseguire la colonscopia (136 in lista) e 46 i giorni per le visite cardiologiche, con 177 persone in attesa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA