Ambulanze, a bordo senza medico: rivolta dei camici bianchi

Nei centri della provincia previste postazioni fisse di pronto soccorso

Ambulanze, a bordo senza medico: rivolta dei camici bianchi
Ambulanze, a bordo senza medico: rivolta dei camici bianchi
di Luella De Ciampis
Mercoledì 21 Febbraio 2024, 09:58
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La decisione dell'Asl di procedere alla demedicalizzazione di tutte le ambulanze del 118 in servizio sul territorio provinciale scuote il mondo della sanità. Sulla vicenda è intervenuto Emilio Tazza, coordinatore della federazione provinciale Cimo Fesmed e medico del 118 che aveva espresso parere contrario al nuovo programma già nell'incontro di lunedì nella sede dell'Asl di via Oderisio.

«Siamo assolutamente contrari alla riorganizzazione dell'emergenza spiega perché, nei primi sei mesi di sperimentazione, abbiamo avuto modo di registrare eventi avversi legati all'allungamento dei tempi dell'intervento medico sui codici rossi. La proposta dell'Asl di demedicalizzare tutte le ambulanze ci preoccupa molto perché il medico è importante per fare diagnosi e terapia. L'azienda sanitaria ha motivato la demedicalizzazione facendo riferimento alla carenza di personale medico ma secondo noi, non si tratta di una giustificazione valida perché se si applicassero le norme contrattuali e le prestazioni aggiuntive, i 48 medici sarebbero sufficienti a garantire tutti i turni sulle ambulanze e a ripristinare anche il medico sull'ambulanza di San Bartolomeo in Galdo per 12 ore al giorno».

Tazza incalza: «Mi pare evidente che c'è la volontà da parte dell'Asl di spostare il baricentro dell'assistenza dal pubblico al privato in quanto, i medici sono sempre quelli dell'Asl mentre il servizio reso dagli infermieri e dagli autisti soccorritori viene esternalizzato. I nostri infermieri sono capaci, professionalmente validi e hanno una manualità e che noi non abbiamo. Per questo noi non possiamo sostituirli ma loro non possono sostituire noi medici perché l'equipe completa deve essere costituita dal medico, dall'infermiere e dall'autista soccorritore. Per la prima volta da quando è stato istituito il 118 nel Sannio, sarà possibile trasportare in ospedale i pazienti in codice rosso, instabili da un punto di vista emodinamico e a elevato grado di mortalità, con un'ambulanza senza medico a bordo. Una condizione che, secondo fonti scientifiche autorevoli, comporta un calo delle possibilità di sopravvivenza del 30%. Quelle negative investiranno anche le unità di Pronto soccorso degli ospedali cittadini. Questa riorganizzazione elimina la funzione di filtro che i medici svolgono nel corso degli interventi. I dati dell'Asl hanno infatti registrato un incremento dei ricoveri per i pazienti trasportati dal 118 perché, la riduzione di medici sulle ambulanze è direttamente proporzionale al sovraccarico di accessi in Pronto soccorso».
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Il nuovo programma aziendale prevede una centrale operativa; due postazioni fisse di primo soccorso, accettazione e urgenza territoriale (ex guardia medica) a Cerreto Sannita e San Bartolomeo in Galdo; sei auto mediche distribuite nei comuni di Benevento, Melizzano, Torrecuso, Montesarchio, Paduli e San Marco dei Cavoti; 11 ambulanze infermieristiche, senza medico a bordo che applicano i protocolli operativi specifici di soccorso avanzato. Quindi, le 6 ambulanze che ancora viaggiano con il medico a bordo, dal primo marzo, seguiranno la sorte delle altre quattro demedicalizzate nei mesi scorsi, mentre alle due auto mediche già presenti sul territorio se ne aggiungeranno altre quattro. Alle considerazioni di Tazza, si aggiungono quelle di Vincenzo Luciani, segretario generale dei medici di Medicina generale che aderiscono alla Fimmg.

«Ritengo dice che quella di demedicalizzare tutte le ambulanze del territorio sia una decisione che renderà meno efficiente il servizio perché i tempi di soccorso per i codici rossi sono destinati ad allungarsi, mettendo a rischio la vita dei pazienti con patologie tempo dipendenti.

Mi rendo conto che l'Asl faccia riferimento alla carenza di personale medico ma non credo che usufruire di ambulanze infermieristiche sia una soluzione adeguata e valida per il territorio».

L'associazione del Tribunale dei diritti del malato, aderendo all'invito del direttore generale dell'Asl, ha preso parte alla serie di incontri di lunedì sul tema della riorganizzazione del 118 e della demedicalizzazione delle ambulanze. «Il manager si legge nella nota - ha rappresentato in maniera analitica il nuovo assetto, imperniato sulla demedicalizzazione delle ambulanze e sull'utilizzo di auto mediche. Il tempo mostrerà i risultati della riarticolazione del servizio che, purtroppo, non trova continuità in un Pronto soccorso ricettivo. Rimane, però apprezzabile la decisione di mettere in discussione un servizio già rimodulato e di aprirsi al confronto per immaginare modelli e sistemi diversi, tesi al suo miglioramento, interpretando le opportunità concesse dal legislatore con la finanziaria 2024. Un confronto aperto alle espressioni del territorio, fino a interessare le associazioni di volontariato e i comitati del territorio che meritano di avere voce ed essere consultati nelle fasi di programmazione, trattandosi di tematiche al centro dell'attenzione e del dibattito sociale di molte realtà territoriali e organizzative, con ricadute non poco significative per i cittadini».

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