Gerardina: individuati danni al fegato già al primo ricovero

Il pirimo referto medico all'ospedale di Ariano

Gerardina Corsano
Gerardina Corsano
di Vincenzo Grasso
Martedì 21 Novembre 2023, 11:01 - Ultimo agg. 22 Novembre, 18:40
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Fegato danneggiato, ma non per botulino o ingestione di funghi. Fu il primo referto medico rilasciato dai sanitari arianesi al primo accesso in ospedale di Angelo Meninno e Gerardina Corsano. La donna poi morì e ora l'Istituto superiore di sanità conferma che non si trattò della tossina. Non manca una circostanza singolare nella vicenda della morte di Gerardina Corsano e del malore accusato dal marito, Angelo Meninno, entrambi sottoposti ad accertamenti e cure presso l'ospedale di Ariano Irpino il 29 ottobre scorso, dopo aver accusato forti dolori gastrointestinali, come da loro raccontato, per una pizza condita da olio con peperoncino la sera precedente in un noto locale di Ariano Irpino. Buona parte degli atti relativi all'indagine sono tuttora secretati. Quindi anche le cartelle cliniche dei due coniugi. Di certo e di noto c'è solo la relazione dell'Istituto Superiore della Sanità che esclude la presenza di botulino sugli alimenti consumati da Gerardina Corsano e dal marito, Angelo Meninno, la sera del 28 ottobre scorso nella pizzeria Oasi di Ariano Irpino.

Altra indiscrezione che conferma la stessa circostanza sarebbe pervenuta dal Cotugno di Napoli, dove Angelo Meninno fu ricoverato dopo i primi accertamenti presso il pronto soccorso dell'ospedale Frangipane.

Ebbene, sembrerebbe che già in occasione del secondo accesso dei due coniugi presso l'ospedale arianese i sanitari avessero escluso il botulino. Sia per i sintomi manifestati che per gli accertamenti effettuati. Era, invece, il fegato l'organo davvero danneggiato e dagli esami effettuati non si poteva risalire né al botulino, né al consumo di funghi. Insomma, i sanitari avrebbero compreso che si trattava di altra causa, probabilmente di avvelenamento che ha condotto la quarantaseienne alla morte, nonostante l'impegno profuso per salvarla.

Dunque, solo adesso si sta seguendo la pista dell'avvelenamento. Anche se per la sua conferma occorre attendere la relazione definitiva sull'esame autoptico su corpo di Gerardina. In particolare dai prelievi su liquidi e tessuti. Il collegio peritale ha chiesto 90 giorni. Solo questo spiegherebbe alcune mosse negli ultimi giorni della Procura della Repubblica di Benevento che sta provando a dare una spiegazione a quanto accaduto.

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Ovvero, perché solo adesso c'è stato l'interrogatorio di familiari e di persone venute in contatto con Gerardina Corsano e il marito? E perché solo adesso il sequestro dei cellulari di Angelo Meninno e di alcuni suoi familiari? Un provvedimento che è stato variamente interpretato e che l'avvocato Gerardo Giorgione, difensore di Gerardina, non esita a definire singolare. Insomma, l'inchiesta sembra spostarsi su ciò che accadeva nell'azienda di famiglia di Gerardina e Angelo. Nonostante gli iscritti nel registro degli indagati siano sempre gli stessi. Non a caso a questa evoluzione dell'indagine guardano con particolare attenzione i gestori della pizzeria Oasi, che vogliono uscire definitivamente dall'incubo in cui sono caduti per diversi giorni. L'avvocato Guerino Gazzella, che li rappresenta, rimane fiducioso nell'operato della Magistratura. Aspetta una imminente archiviazione per i suoi assistiti. Stesso discorso per il medico che prestò le prime cure a Gerardina e al marito. Naturalmente la Procura sannita fa i conti con ciò di cui dispone. Per cui i tempi sollecitati dall'opinione pubblica non sempre coincidono con quelli di chi deve fare luce su una morte misteriosa. 

 

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