Montoro, il Trastevere lo denuncia il tecnico Belotti si difende «Non ho colpito la ragazza»

Il presidente della squadra ospite punta il dito contro l'ex allenatore di Avellino e Cavese

Montoro, il Trastevere lo denuncia il tecnico Belotti si difende «Non ho colpito la ragazza»
Montoro, il Trastevere lo denuncia il tecnico Belotti si difende «Non ho colpito la ragazza»
di Marco Ingino
Mercoledì 24 Aprile 2024, 09:05 - Ultimo agg. 10:33
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Dalla sconcertante rissa in campo, andata in scena allo stadio "Sandro Pertini" nel post gara di Vis Mediterranea Soccer-Trastevere, gara del campionato di Serie C femminile giocata domenica scorsa a Montoro, a quella mediatica con scambio di reciproche accuse tuttora in corso. In questo caso, dopo il pareggio sul campo, il risultato della violenta diatriba verbale tra calciatrici e dirigenti del calcio espressione del gentil sesso, che hanno guadagnato persino la vetrina di Raiuno, è destinato ad essere sancito direttamente dai giudici del tribunale ordinario e quello sportivo.

Ieri mattina, infatti, il presidente del club capitolino, Pier Luigi Betturri, ha puntato il dito in maniera inequivocabile verso Vittorio Belotti, 72 enne ex allenatore con un passato da professionista persino sulle panchine di Avellino, Cavese e Paganese. «A colpire la mia calciatrice e capitana, Alessia Ferrazza- ha detto il massimo dirigente laziale in un video diffuso dal Trastevere - è stato Vittorio Belotti che procederemo a denunciare in ogni sede, civile, sportiva e penale. Le immagini parlano chiaro e mi dispiace che la Vis Mediterranea stia barando sostenendo che non è più un loro tesserato. Il club irpino vincerà anche il campionato ma ha impresso sul proprio stendardo un gesto di obbrobrio infinito». Accuse che il diretto interessato ha ridimensionato raccontando la sua personale versione dell'accaduto: «Dalla seconda giornata di campionato - ha detto - non sono più l'allenatore della Vis Mediterranea ma ho lo stesso intrattenuto un ottimo rapporto con le calciatrici che, a fine partita, passo sempre a salutare.

Domenica scorsa ho fatto lo stesso ma, dopo aver fatto il giro del campo per entrare sul terreno di gioco, mi sono ritrovato nel bel mezzo di una rissa».

In quel contesto, stando alla sua versione, l'ex tecnico professionista di Paganese, Cavese e Avellino si sarebbe immerso esclusivamente per prodigarsi a calmare gli animi: «Chi mi dipinge come uno che è sceso in campo per tirare pugni ad una donna sostiene il falso - ha detto con forza Belotti. La verità è che gli animi erano agitati e ci sono stati degli spintoni. Accerchiato, a mia volta ho dato qualche spinta per divincolarmi ma non ho colpita quella ragazza con un pugno. Anzi. Nella ressa sono stato a mia volta attinto con un calcio prima e anche dopo. Da uomo che da oltre mezzo secolo frequenta questo contesto, comunque, capisco anche che gli animi potevano essere accesi, così come che le ragazze del Trastevere potevano sentirsi amareggiate per aver sostanzialmente perso il campionato. Anche per questa ragione ho archiviato tutto tornando a casa senza sporgere a mia volta querela. Mai, però, mi sarei immaginato un simile polverone mediatico per un episodio dove chi sostiene di essere stato aggredito in realtà ha aggredito».

Video

Versione in netto contrasto con quella fornita sul fronte laziale in attesa che gli inquirenti svolgano le loro indagini anche sulla scia dei filmati girati allo stadio Sandro Pertini di Montoro: «Non ho bisogno di rivederle - ha concluso l'allenatore nativo di Bergamo ma cavese di adozione - perché ricordo bene di aver solo spinto la ragazza. La gente che mi conosce sa bene come mi sono sempre comportato nel mondo del calcio e nella vita. Oltre ad avere 72 anni ho una figlia di 20 anni e una onorabilità che nel calcio mi ha sempre contraddistinto».
Fin qui il pensiero di Vittorio Belotti che ieri ha trascorso quasi l'intera giornata nella sua casa di Cava de' Tirreni (dove vinse un campionato da allenatore dall'Eccellenza alla Serie D nella stagione '93-'94) per rispondere a giornalisti e amici ai quali ha ribadito con forza la sua innocenza. A deciderlo, chiaramente, saranno il giudice sportivo e gli inquirenti che stanno indagando sul caso. Il club di Montoro si è affidato all'avvocato Giovanni Di Caprio.

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