Avellino, Festa, quattro ore dal gip Il difensore: «È combattivo ha risposto al magistrato»

L'interrogatorio dell'ex sindaco, il difensore: ​«Ha dato la sua versione»

Avellino, Festa, quattro ore dal gip Il difensore: «È combattivo ha risposto al magistrato»
Avellino, Festa, quattro ore dal gip Il difensore: «È combattivo ha risposto al magistrato»
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 24 Aprile 2024, 09:00 - Ultimo agg. 10:33
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«Si è difeso in maniera particolarmente combattiva». Così l'avvocato Luigi Petrillo al termine dell'interrogatorio di garanzia per l'ex primo cittadino Gianluca Festa. «Un interrogatorio svoltosi in un clima sereno durante il quale l'ex sindaco per circa quattro ore ha fornito la sua versione dei fatti. Chi non è combattivo non può reggere una prova di questo genere» ha commentato il difensore dell'ex sindaco che in tutti i modi ha tentato di chiarire la sua posizione.

«Posso confermare che l'ex sindaco ha risposto a tutte le domande. Siamo certi che oggi sia stato dato un contributo importante alla comprensione della vicenda da parte dell'indagato e speriamo che l'inchiesta possa concludersi il prima possibile, augurandoci che Festa possa uscirne con la dignità restituita».

Del resto il suo legale aveva già più volte evidenziato che il suo assistito era a disposizione della magistratura per chiarire la sua versione dei fatti. Per oltre quattro ore ha risposto a tutte le domande del gip del tribunale di Avellino, Giulio Argenio che ha firmato l'ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari per l'ex primo cittadino, per l'ex dirigente comunale ai Lavori Pubblici Filomena Smiraglia e l'architetto Fabio Guerriero accusati a vario titolo di depistaggio, peculato, falso in atto pubblico, induzione indebita, turbata libertà degli incanti.

L'unico che ha tentato di chiarire la sua posizione e difendersi dalle pesanti accuse è stato l'ex primo cittadino, autorizzato a recarsi libero senza essere accompagnato dalle forze dell'ordine. Il legale dell'ex primo cittadino al termine dell'interrogatorio non ha voluto rendere noto nessun passaggio specifico di quanto dichiarato dal suo assistito al gip. «Tanto - ha precisato Petrillo - anche alla luce del comunicato stampa e della proclamazione di cinque giorni di astensione dalle udienze (dal 6 al 10 maggio), non intendo in alcun modo discutere il merito dell'atto appena concluso. Si tratta di un interrogatorio svolto in camera di consiglio di fronte a un giudice, con l'assistenza di un pubblico ministero. Non ho alcuna intenzione di esporne il contenuto per rispetto nei confronti della magistratura, del deliberato della Camera Penale e del Pubblico Ministero. I processi si svolgono in aula e non in piazza. È spiacevole che siano emersi elementi di prova sulla stampa in questi giorni. Avete svolto il vostro lavoro e desidero sottolinearlo, avete agito legittimamente. Ciò che non avrebbe dovuto accadere è la divulgazione di certi elementi dei provvedimenti cautelari. Questa è solo la mia opinione e desideravo ribadirlo».

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In merito all'eventuale richiesta di attenuazione o revoca della misura custodiale degli arresti domiciliari, l'avvocato Petrillo ha replicato: «il Codice offre diverse possibilità, come la revoca, la sostituzione o la conferma delle misure, così come la possibilità per la difesa di fare ricorso al Tribunale per gli esami. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, ma questo fa parte del processo». Di sicuro l'ex primo cittadino avrà dovuto fornire dei chiarimenti anche in merito alla sparizione del computer in dotazione del comune di Avellino che come si evince dalle immagini video e audio registrate dagli inquirenti nella sua stanza - prima delle dimissioni dalla carica pubblica - ha sistemato in un cartone, insieme ad altri due scatoli facendoli sparire. Per questa vicenda l'ex sindaco dagli inquirenti di Piazzale De Marsico è accusato di peculato.

Dalle indagini è emerso che il pc è stato sistemato nell'auto dell'ex primo cittadino per poi liberarsene ad avviso degli inquirenti nei pressi dell'Hotel del La Ville. A chi è stato consegnato? Che fine ha fatto quell'unità centrale? Cosa conteneva da doverlo farlo sparire? Di sicuro avrà fornito delle risposte sul punto che al momento noi non possiamo sapere perché il contenuto dell'interrogatorio è coperto da segreto istruttorio. Sul punto il difensore dell'ex sindaco, l'avvocato Petrillo subito dopo l'esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari precisò che «era un computer vecchio, poco usato, peraltro protetto da una password nella disponibilità di molti». Ma la pubblica accusa nelle 108 pagine di ordinanza cautelare ha ben messo in evidenza il tentativo maldestro dell'ex primo cittadino di far sparire le tracce del computer, perché sulla scrivania erano ancora presente schermo e tastiera.
 

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