Tante differenze, stesso punteggio. Dopo 35 giornate - e due percorsi di stagione altrettanto travagliati, con un avvicendamento in panchina a testa - Avellino e Benevento sono appaiate a quota 63, alla vigilia del derby che può valere il secondo posto. Stesso punteggio, ma percorsi dissimili. A cominciare dal modo in cui biancoverdi e sanniti si sono arrampicati alle spalle della Juve Stabia: 18 vittorie, 9 pareggi e 8 sconfitte per i lupi, 17 trionfi, ben 12 segni X (solo Cerignola e Casertana ne hanno ottenuti di più) e solo 6 ko per il progetto del patron Vigorito.
Cinque dei tonfi giallorossi sono arrivati nel girone d'andata sotto la guida di Andreoletti: dal giro di boa in avanti, Gaetano Auteri ha consentito alla strega di recuperare 4 punti nei confronti dei biancoverdi, rispetto al ritardo accumulato nelle prime 19 giornate. Stesso punteggio, numeri molto differenti anche dal punto di vista realizzativo.
Se i reparti difensivi sono quasi assimilabili (28 reti incassate dall'Avellino, seconda miglior difesa, 31 il Benevento), tutt'altra storia per quanto riguarda il pacchetto avanzato.
I due migliori marcatori dell'Avellino (Patierno e Gori) hanno totalizzato da soli più reti di tutti e 8 gli attaccanti schierati dal Benevento: 30 contro 24.
Pazienza nel girone di ritorno è riuscito a mettere in campo tutto il potenziale esplosivo delle proprie bocche da fuoco, arrivando a quota 60 realizzazioni.
Il vero tallone d'Achille di Auteri è stato invece proprio il reparto offensivo: solo 41 gol in 35 giornate, nonostante i nomi altisonanti in rosa (Ferrante, Marotta, Bolsius, Ciano e Ciciretti).
Per trovare un po' di vivacità nei 16 metri, si è dovuto aggregare Eric Lanini nel mercato di riparazione: 6 realizzazioni nel girone di ritorno, attualmente miglior marcatore sannita.
Il centrocampo
In termini di partecipazione offensiva, il Benevento ha fatto meglio dell'Avellino con i centrocampisti puri: nei lupi De Cristofaro, Armellino, Dall'Oglio e Rocca hanno portato in dote 7 realizzazioni, mentre i giallorossi hanno beneficato di ben 11 gol da parte di un centrocampo meno di rottura e più propositivo (Simonetti, Improta e Karic, solo per citarne alcuni).La difesa
Meglio i lupi per quanto riguarda i gol provenienti dalla difesa: 7 contro 5. Un dato supportato dalla media dei calci d'angolo a partita: l'Avellino con 6,49 corner conquistati a match è la squadra che è andata più spesso in bandierina tra le 60 di serie C.
Il Benevento è invece al 15° posto nei 3 gironi, con 5,14 corner a partita.
Un'altra statistica che vede i sanniti in vantaggio è quella del possesso palla: media stagionale 52,69%, contro il 51,77% dell'Avellino. Dati che non sono comunque automaticamente indice di miglior posizionamento finale: basti pensare all'iper-positivo 54,83% del Catania e al dato addirittura in negativo (48,40%) della Juve Stabia.
I guardiani dei pali Ghidotti e Paleari non hanno sofferto la concorrenza: 100% dei minuti giocati per l'estremo difensore classe 2000 di Pazienza, solo 2 partite in panchina per l'esperto 31enne ex Genoa. Sedici i clean sheet del portiere biancoverde - finito sulla graticola per alcuni errori individuali nel corso della stagione - uno in meno per il dirimpettaio sannita, anche lui protagonista in negativo di un paio di scivoloni. Occhio infine alle zone gol: la squadra di Pazienza parte meglio ad inizio frazione, sia nel primo tempo (11 reti nel primo quarto d'ora), che al rientro in campo (16 gol dal 46° al 60°). Ma nella ripresa, in percentuale, il Benevento è più propositivo: 58,5% delle reti segnate nel match, contro il 46,7% dei biancoverdi.