Sara Romano investita e uccisa a Napoli, il pirata della strada: «Andavo a cento all’ora»

Omicidio stradale, ecco il retroscena guidava un suv noleggiato per 400 euro

Il luogo dove è stata travolta Sara Romano
Il luogo dove è stata travolta Sara Romano
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 15 Maggio 2024, 23:58 - Ultimo agg. 17 Maggio, 07:28
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Ha provato a fare chiarezza su quanto avvenuto in quella manciata di istanti. Ed ha ammesso di essere «alla guida di un modello di auto, un Suv, che non aveva mai guidato in vita sua, un mezzo lanciato alla velocità di cento chilometri orari».

Il doppio del consentito, per un 21enne inesperto, poche volte al volante, che non ha avuto esitazione a schiacciare il piede sull’acceleratore. È questo il punto centrale dell’interrogatorio reso da Marco Coppola, responsabile dell’omicidio della 21enne Sara Romano, all’alba dello scorso 5 maggio. Una storiaccia, l’ennesima, che conferma l’esigenza di un intervento in materia di incidenti stradali. Era il 5 maggio scorso, intorno alle sei e venti del mattino, in via Cattolica a Bagnoli. Strada ampia, da sempre segnalata come a rischio per l’alta velocità, la morte arriva a cento all’ora. Ed ha il volto di Marco Coppola, che è alla guida di un veicolo sportivo e grande, di quelli che richiedono una particolare perizia al volante.

La storia è nota: il Suv travolge Sara Romano, una ragazza che ha trascorso la notte in discoteca assieme alle amiche e che è uscita momentaneamente dell’auto per prendere il volante lasciato dall’amica, evidentemente stanca per stare alla guida.

Un omicidio stradale a tutti gli effetti, come emerge dal fatto che subito dopo aver travolto Sara, Marco Coppola pensa a scappare, ad allontanarsi, nel tentativo di dileguarsi. Una fuga a tutti gli effetti, azione da pirata della strada, che verrà arrestato alcune dopo aver provato per qualche ora a far perdere le tracce. È quanto emerge dalla misura cautelare firmata dal gip Maria Luisa Miranda, nel corso dell’inchiesta condotta dal pm Falconio. Si parte da un dato di fatto.

ubito dopo l’incidente, Coppola è scomparso, si è allontanato, al punto tale da mentire anche al padre: «Non sto qua», dice dopo essere stato raggiunto dalla telefonata del genitore. Ma proviamo ad entrare nel merito del racconto messo agli atti dall’indagato, una volta dinanzi al gip Maria Luisa Miranda. Difeso dal penalista Gaetano Inserra, Coppola ha ricostruito le ore immediatamente precedenti la morte di Sara: «Avevo noleggiato un Suv da 400 euro per il solo weekend, perché volevo stare in famiglia e in particolare riappacificarmi con mia moglie, con cui ho spesso rapporti litigiosi.

In nottata, sono uscito con un amico, sono stato in auto. Era la prima volta che guidavo un Suv, ho la patente da un paio di anni, non ho mai avuto un’auto mia, ho solo guidato occasionalmente. Era la prima volta che guidavo quel modello di auto». Poi una valutazione personale: «Andavo a cento all’ora, ricordo che quando ho travolto quella persona, di non essermi fermato, perché temevo una reazione da parte dei parenti della donna rimasta a terra». Un’ammissione che conferma un paio di dati: all’alba dello scorso cinque maggio, l’incidente mortale è stato provocato in gran parte dalla velocità dell’autista del Suv; Rosa non è stata soccorsa.

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I test 

Ora si attendono gli esiti del test somministrati all’indagato. Sin dall’inizio, Coppola è risultato negativo all’alcol. Non aveva bevuto alcolici, sostiene di non aver fatto uso di sostanze stupefacenti (si attendono gli esiti dei test), in una inchiesta culminata pochi giorni fa nelle manette ai polsi dello stesso Coppola. È stato arrestato, finito in cella, di fronte alla condotta doppiamente grave: la totale mancanza di attenzione verso la dignità degli altri, viaggiando ad alta velocità per le strade di un quartiere popoloso, per altro alla guida di un’auto di cui non aveva alcuna dimestichezza; e la fuga dal posto dell’incidente, un’omissione di soccorso finalizzato al disperato - e subdolo - tentativo di farla franca, lasciando a terra una donna in fin di vita. 

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