Torre del Greco, bimbo ucciso dalla mamma nel 2022. Il papà: «Lei è un mostro»

La donna è stata dichiarata incapace di intendere e di volere

Torre del Greco, bimbo ucciso dalla mamma nel 2022. Il papà: «Lei è un mostro»
Torre del Greco, bimbo ucciso dalla mamma nel 2022. Il papà: «Lei è un mostro»
Mercoledì 15 Maggio 2024, 13:16 - Ultimo agg. 15:40
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«Io voglio solo giustizia per mio figlio, chi toglie la vita deve essere punito. C'è premeditazione, c'è volontarietà, c'è capacità d'intendere e di volere. E lei ha ingannato me, suo figlio e adesso anche i consulenti». A parlare è Elio, il papà del piccolo Francesco, il bimbo soffocato e portato in mare dalla mamma la sera del 2 gennaio 2022 a Torre del Greco, in provincia di Napoli.

Adalgisa Gamba, la mamma imputata per omicidio volontario e premeditato, è stata dichiarata non in grado di intendere e di volere dall'ennesima perizia, l'ultima ordinata dai giudici della Corte d'Assise di Napoli.

Costituito parte civile con l'avvocato Luigi Ulacco, il padre del bambino chiede giustizia, al termine dell'udienza durante la quale hanno testimoniato i tre consulenti dei giudici, i professori Giuseppe Sartori, Pietro Pietrini e Stefani Ferracuti.

«Io spenderò la mia vita per dare giustizia a mio figlio - ha detto papà Elio - e ringrazio la Procura di Torre Annunziata per il grande sforzo che sta facendo. Lei (Adalgisa Gamba) non aveva mai voluto quel bambino. Voleva simulare un incidente e continuare a vivere normalmente. Ha simulato tutto, quello è un atto volontario, non voleva un figlio maschio. Aspettò che io uscissi di casa per prendere il bambino e portarlo sulla spiaggia. Non avrebbe mai portato il bimbo al parco il 2 gennaio, di sera. Lei è un mostro, non è una vittima. La vittima era solo mio figlio, a cui è stata spezzata la vita a due anni e mezzo».

«Quando muore un bambino, la società in primis e la famiglia si devono sempre mettere in discussione: un bambino non è solo di una madre ma è di una madre e di un padre. E se una madre sta talmente male da non essere in grado di occuparsene la responsabilità non è solo sua» sono le parole della dottoressa Alessandra Bramante, consulente dell'avvocato Salvatore Del Giudice, legale di Adalgisa Gamba. «La famiglia se ne è lavata completamente le mani, si è dimenticata di queste persone, non si è ritenuta responsabile».

 

Per la dottoressa non si è neppure tentato di capire il dramma di quella donna, anzi: «ho visto mariti che hanno chiaramente detto “io vicino a te non voglio più stare, perché quello che hai fatto a mio figlio è intollerabile”, ma poi hanno cercato di capire. Non si sono costituiti parte civile per far vedere che non avevano nessuna responsabilità» ha detto. «Io ricordo che la prima volta che ho visto la signora, credo 15 giorni dopo l'omicidio: mi ha detto 'io sto meglio qua che a casa': evidentemente a casa sua c'era l'inferno. Perché lei, con questa situazione del bambino (che potesse essere malato come la madre e il padre), stava vivendo l'inferno. Era convinta che ormai non valeva più la pena di vivere».

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