Salerno, ferito da un colpo di pistola:«Non ho visto l’aggressore», ma il racconto non convince

Paura all'alba vicino alla stazione Arechi: 42enne centrato al piede e curato al Ruggi di Salerno

La stazione della metro Arechi
La stazione della metro Arechi
di Angela Trocini
Venerdì 17 Maggio 2024, 06:55 - Ultimo agg. 08:13
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È tutta da ricostruire la dinamica della sparatoria avvenuta ieri mattina nei pressi della fermata Stadio Arechi della metropolitana a Salerno. Almeno come ha raccontato ai poliziotti il 42enne, originario dei Picentini, che è stato attinto da un colpo di arma da fuoco ad un piede nel sottopasso della metro. La vittima non ha saputo fornire indicazioni sull’aggressore: circostanza che, a parere degli agenti della Squadra mobile di Salerno, appare poco credibile così come il luogo della sparatoria. Né sono chiare le motivazioni: tutta la vicenda pare alquanto misteriosa.

Del resto la polizia è stata allertata dal pronto soccorso del Ruggi quando, intorno alle 7 di ieri mattina, è arrivato l’uomo con la ferita da arma da fuoco: ricevute le cure mediche (la prognosi è di trenta giorni), il 42enne ha rifiutato il ricovero. Immediatamente sono iniziate le indagini coordinate dalla procura salernitana ed affidate agli agenti della Mobile (agli ordini del vicequestore Di Palma) che stanno ricostruendo la dinamica dell’accaduto partendo in qualche modo dalla testimonianza della vittima (alquanto lacunosa e che appare poco credibile) ma allargando il raggio d’azione investigativo: il 42enne, dalle prime ricerche sulle banche dati in uso alle forze dell’ordine, ha alcuni precedenti di vario tipo, anche se nulla di particolarmente grave o rilevante e sicuramente non è collegato a sistemi criminali organizzati e sebbene residente in provincia (nel giffonese) orbita quasi quotidianamente a Salerno.

Per questo motivo gli investigatori vogliono capirci di più della vicenda e non è escluso che il 42enne venga nuovamente sentito in quanto il racconto fornito nell’immediatezza del fatto (avvenuto all’alba di ieri, considerato che alle 7 è partita la segnalazione dall’ospedale) non ha per nulla convinto i poliziotti che, a quanto pare, sono poco propensi a credere che la sparatoria sia avvenuta nel luogo indicato e con le modalità riferite (un generico «sono stato colpito mentre stavo camminando» sembra un po’ poco).

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Chi potrebbe avere sparato? E per quale motivo? Il gesto si riferisce a qualche «affare» poco pulito che l’uomo aveva in corso con qualche complice oppure, al contrario, un «affaruccio solitario» poco gradito da altri? È vero che da una prima ricostruzione della vittima gli inquirenti non ritengono che il 42enne sia inserito in qualche organizzazione criminale, ma non è escluso che qualche sua azione solitaria abbia potuto infastidire qualcuno proprio perché non inserito o vicino a qualche banda organizzata.

Prima di tutto bisognerà «discoverare» le amicizie salernitane dell’uomo per capire per quale motivo quest’ultimo frequenti assiduamente la città capoluogo di provincia e chiarire in questo modo i legami che potrebbe aver intessuto negli anni con qualche salernitano. Saranno proprio i rapporti personali, probabilmente, ad essere la chiave di volta per la risoluzione del caso.

Sembra che i filmati delle telecamere della zona in cui potrebbe essere accaduta la sparatoria (il condizionale è obbligatorio proprio per i dubbi che gli investigatori hanno sul fatto che l’episodio possa essere accaduto nel luogo indicato) siano stati già stati acquisiti proprio per capire se effettivamente la sparatoria sia avvenuta nei pressi della metropolitana dello stadio Arechi. Se, al contrario, dalla visione dei freme non si vedrà nulla di utile per le indagini, il campo dovrà per forza allargarsi ed ampliare il raggio d’azione per risolvere una vicenda che, al momento, appare alquanto intricata proprio per la presunta reticenza della vittima. Le indagini comunque sono in corso e proseguono nel massimo riserbo proprio per la delicatezza dell’episodio che ha ancora molti punti ancora oscuri.

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