In soffitta, tra la polvere degli scaffali e le pagine dei vecchi album di famiglia. È lì che dev’essere gelosamente custodita tra i ricordi del tempo, quella fotografia, scattata in chiesa, la Nostra Signora di Lourdes di Pantiere di Castelbellino, tra gli anni Ottanta e Novanta nel giorno della Cresima.
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Lo scatto della cerimonia a cui ora gli abitanti del piccolo borgo stanno dando la caccia per cercare di ricostruire gli archivi storici della parrocchia. Un’idea nata da Don Paolo Tomassetti, parroco della frazione dal 2021, quando ormai alcune settimane, una coppia di giovani innamorati, col sogno di convolare a nozze, si è recata da lui per sbrigare alcune pratiche prima del matrimonio.
L’inizio della vicenda
«Sono venuti da me, a chiedermi il certificato della cresima, ma rovistando tra i carteggi matrimoniali della parrocchia, mi sono accorto che non c’era.
Determinato nell’impresa, don Tomassetti ha iniziato a coinvolgere i parrocchiani. «Sapevo che non poteva essere un ostacolo insormontabile e che con l’aiuto di tutti ce l’avremmo fatta», aggiunge. Nel giro di qualche settimana, tutta la piccola Pantiere si è mobilitata alla ricerca di quelle foto, rovistando tra i vecchi rullini, nei bauletti dell’infanzia e dando il via ad una bellissima catena di chiamate per cercare di riconoscersi in quei flash. «Dovevamo ricostruire il giorno esatto, cercando di ricordare con esattezza ogni cresimante - spiega Don Paolo – il matrimonio in chiesa ha anche valenza civile, un atto importante che deve essere corredato di tutti i documenti necessari, secondo quelle che sono procedure giuridiche molto rigide».
La caccia al tesoro
Una specie di caccia al tesoro. «Era fondamentale che ci riuscissimo e sono stato molto contento nel vedere che alla fine i parrocchiani si sono appassionati a quello che è stato un vero lavoro di squadra, capace di far reicontrare amici di vecchia data anche dopo tanto tempo». Molti dei registri sono già stati ricostruiti. «Io mi sono cresimata nel 1990, insieme ai miei coetanei siamo riusciti a risalire a tutti i cresimanti di quell’anno - racconta Michela, una paesana –; è stato un lavoro faticoso, ma anche bello perché rovistando tra gli oggetti in disuso, sono tornati a galla tantissimi ricordi».
Il ricordo
Poi una carezza al sacerdote che non c’è più. «Se siamo arrabbiati con Don Renato? No, questo ci è impossibile. Don Renato per molti di noi è stato come un secondo padre. È stato il parroco del paese per molti anni. Era il parroco della gente, capace di attirare in parrocchia tantissimi giovani e di unire tre generazioni». I ricordi affiorano: «Da piccola non vedevo l’ora che arrivasse la domenica, per andare in Chiesa a cantare e suonare durante la messa ed ascoltare le sue omelie, sempre originali». E mentre i parrocchiani continuano a cercare di ricucire il pezzo di storia mancante, don Paolo rassicura: «Nessun problema per i matrimoni già celebrati».