Incredulità, stupore, sconcerto. Questi i sentimenti che hanno pervaso per l'intera giornata di ieri quanti erano al loro posto negli uffici di Palazzo di Città. Dipendenti, funzionari e dirigenti del Comune si sono ritrovati al loro arrivo in Comune carabinieri e uomini della Guardia di finanza intenti a setacciare le stanze e i corridoi dei primi piani del Municipio.
Neanche il tempo di chiedersi cosa stesse accadendo che la notizia dell'arresto dell'ex sindaco, Gianluca Festa, ha iniziato a rimbalzare di cellulare in cellulare.
È bastato spostarsi di pochi metri e raggiungere uno qualunque dei bar tra Piazza Libertà e Corso Vittorio Emanuele per rendersi conto che, tra un caffè e un cornetto, non c'era altro argomento di cui discutere se non la notizia appena diffusa dell'arresto dell'ex sindaco, della perquisizione domiciliare a casa della sua vicesindaca, Laura Nargi, e di un'inchiesta che, come evidenziato dalla stessa nota stampa diffusa dalla Procura a metà mattinata, appare tutt'altro che chiusa. Impossibile poi non sondare gli umori della rete.
La valanga di commenti a corredo delle condivisioni sui social di articoli di giornale e agenzie stampa è arrivata in men che non si dica. Come sempre il tribunale di internet si è diviso tra colpevolisti, in barba a qualsiasi principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza sino a condanna definitiva, ed innocentisti pronti a straparlare di giustizia ad orologeria, evidentemente ignari del funzionamento dell'azione penale. Migliaia di commenti molto eterogenei tra di loro, spesso poco equilibrati. Tanti i messaggi di solidarietà e vicinanza nei confronti di Festa da parte dei suoi followers, molti, però, anche quelli di chi ha messo in dubbio la legittimità degli atti amministrativi oggi contestati dalla Procura, e di quanti, pure ammettendo di aver apprezzato la vivacità registrata durante gli eventi organizzati dall'ex amministrazione adesso oggetto dell'inchiesta sul versante sponsorizzazioni che li hanno resi possibili, chiedono conto dell'utilizzo di risorse appartenenti a tutta la comunità.
Pieni di rabbia in particolare i commenti relativi ai due concorsi pubblici che secondo la ricostruzione dei magistrati sarebbero stati truccati per favorire due candidati, quello per l'assunzione di 10 agenti di polizia municipale e quello per l'innesto in Comune di tre funzionari tecnici. Procedure pubbliche per le quali anche tanti giovani avellinesi e non solo avevano studiato, coltivando la speranza di raggiungere quel posto fisso tanto ambito senza dover per questo lasciare la propria terra.
Veloce e fiorente poi la produzione di "meme", subito diventati virali, come ad esempio quello che accompagna il frame del sindaco presumibilmente impegnato nello smontaggio di un computer poi sparito dal suo ufficio, accompagnato dalla sarcastica didascalia "Palo Alto, California, 1976: Nel garage dei genitori, un giovane Steve Jobs assembla a mano il primo computer Mac, l'Apple1". O ancora, quello ormai celeberrimo del "Sad Pablo Escobar", modificato con il volto dell'ex sindaco che osserva con sguardo smarrito alcuni dei suoi megaprogetti non realizzati come il Dino Park e il nuovo "Partenio Lombardi" modello Bernabeu.