Eccellenza della ricerca nostrana: i primi 50 anni del Cnr a Pozzuoli

CNR
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di Diego Scarpitti
Martedì 27 Marzo 2018, 15:09
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1968-2018: 50 anni di storia e futuro. Mezzo secolo di vita e di attività per il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Festeggiamenti doverosi per un’eccellenza italiana e internazionale. Il CNR nacque come Laboratorio per la Chimica e Fisica di Molecole di Interesse Biologico, fondato dal professor Rodolfo Nicolaus, di origini svizzere, e si insediò in alcune palazzine private ad Arco Felice a Pozzuoli.

Nel corso del tempo il laboratorio si è evoluto e trasformato, dalla sede provvisoria si è trasferito presso il rinnovato centro studi Olivetti di via Campi Flegrei, assumendo nel 2001 l'attuale denominazione ICB (Istituto di Chimica Biomolecolare), dalla fusione di due Centri di studio del CNR e di tre Istituti, tra i quali l'ICMIB di Pozzuoli. Oltre alla sede flegrea, il CNR è presente a Catania, Padova e Sassari. Tante le materie trattate: dalla salute all’ambiente, con una ricchezza multidisciplinare di sviluppo di idee e di elevata concentrazione di competenze e infrastrutture, per argine anche la fuga dei cervelli all’estero. Le celebrazioni dell’importante anniversario si sono tenute nella sede di Pozzuoli e il collegamento in via streaming ha consentito alle altre sedi di ripercorrere gli aspetti scientifici dei primi anni di vita con la testimonianza dei ricercatori protagonisti. Obiettivo dell'incontro legare le tematiche di ricerca attuali dell'ICB alle prospettive di sviluppo futuro nel contesto culturale, civile, territoriale in cui opera con successo da decenni il Cnr.

«Il Centro è stato fondato per essere una struttura diversa dall'Università ma che nel contempo si intersecasse con essa» ha dichiarato Massimo Inguscio, presidente Consiglio Nazionale delle Ricerche, ricordando il professor Volterra tra i fondatori del Cnr. «Ora come allora la molla deve essere la curiosità, quella di vedere nelle vetrine degli altri per stimolare il confronto». Sfide nuove e ambiziose si prospettano all’orizzonte, partendo da un vero polo scientifico innestato nel territorio flegreo «Mescolare i saperi reclutando gente giovane, non facendo scappare quella valida. Per il futuro c'è da riportare il Sud ad una centralità operativa!». A fare gli onori di casa Barbara Nicolaus, direttore dell'istituto di Chimica Biomolecolare. «Agrochimica, eco-ambiente, energia rinnovabile mediante alghe, microrganismi termofili, la salute dell’uomo: tante sono le applicazioni che mettono la chimica al centro e che possono portarci in diversi settori».

Saluti non formali dell'assessore alla Cultura di Pozzuoli, Teresa Moccia Di Fraia, che ha auspicato «un avvicinamento della ricerca al mondo della scuola attraverso la progettualità dell'Alternanza Scuola Lavoro». L'istituto oggi svolge ricerche di base e applicate nel campo della chimica dei sistemi biologici con lo scopo di incrementare attività di ricerca in aree trasversali, consolidando le competenze disciplinari nell'ambito della caratterizzazione, sintesi e funzionalità di molecole bioattive. Tra i campi di studio di maggior attenzione la chemical biology, la molecular design, la drugdiscovery e la green chemistry. 50 anni ben portati senza una ruga alcuna. L’usura del tempo non intacca la validità del Cnr. Ad maiora.

 

 

 
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