Una t-shirt wireless monitora cuore e respiro 24 ore su 24

La T-shirt del Centro cardiologico Monzino a Milano
La T-shirt del Centro cardiologico Monzino a Milano
Mercoledì 11 Ottobre 2017, 16:56 - Ultimo agg. 16:57
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Una tecnologia che incorpora speciali sensori nel tessuto di una t-shirt, indossabile come una seconda pelle: è la nuova frontiera monitoraggio cardio-respiratorio, caratteristica di un servizio avviato nell'Unità di Scompenso, Cardiologia clinica e riabilitativa del Centro Cardiologico Monzino di Milano. come riporta lo stesso centro. Per il Centro la «prima volta al mondo».
    «E' una seconda pelle elettronica - spiega Piergiuseppe Agostoni, direttore dell'Unità - risultato di una tecnologia avanzatissima in grado di eseguire una registrazione che integra simultaneamente Holter, elettrocardiogramma e polisonnografia, senza elettrodi né cavi, grazie a particolari micro trasduttori incorporati all'interno del tessuto stesso».
   
Il dispositivo permette di ottenere «un monitoraggio ambulatoriale sofisticato - aggiungono dalla struttura - con rilevazioni nelle 24 ore e in diverse condizioni di attività e riposo. La registrazione dell'attività cardiorespiratoria viene abitualmente utilizzata per valutare atleti o pazienti e consente spesso di evidenziare condizioni cliniche insospettate o di interpretare sintomi non chiari». Il nuovo sistema, nello specifico, permette un monitoraggio elettrocardiografico a dodici derivazioni per la valutazione dell'attività elettrica del cuore, e un monitoraggio respiratorio con la registrazione dei movimenti della gabbia toracica, per il riconoscimento di disturbi respiratori e di quelli correlati al sonno, come ipopnea e apnea.
    Per testare questa speciale t-shirt, il Centro Cardiologico Monzino ha condotto uno studio su soggetti di età compresa tra 20 e 80 anni e in condizioni cliniche stabili, i cui risultati sono in corso di pubblicazione. «Questo dispositivo - conclude Agostoni - rappresenta anche un cambio di paradigma dal punto di vista culturale. Per la prima volta infatti il proprietario dei dati è l'individuo e non più l'ospedale, e ciò comporterà necessariamente nel tempo un modo nuovo di intendere e costruire la medicina». 
   
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