Empoli-Napoli, probabili formazioni: Mazzocchi titolare a sinistra

Calzona cerca i tre punti per restare agganciato all’Europa

Victor Osimhen
Victor Osimhen
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Sabato 20 Aprile 2024, 08:33 - Ultimo agg. 21:00
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Credere, sperare e attendere, altro non c’è da fare: questa stagione è una tortura ma oggi il Napoli, nella fatal Empoli (brucia ancora la resa-scudetto di due anni fa), con i tre punti, potrebbe almeno continuare a vagheggiare uno stramiracolo. Sei giornate alla fine di una stagione terribile, eppure il Napoli è a un passo dall’Europa dei poveri (orsù, almeno l’Europa League o la Conference non possono sfuggire anche perché ben cinque italiane si godranno la Champions) e sospira all’idea che la Roma (o l’Atalanta) vincano la coppa. Perché in quel caso, anche il sesto posto darebbe il pass per la SuperChampions. Un sogno quasi insperato a cui aggrapparsi. Ma che deve spingere il Napoli a fare 18 punti nelle prossime sei gare: il minimo sindacale per farsi perdonare da questa assurda annata. Poi si vedrà cosa succederà. Riuscirà questa prospettiva a scuotere il Napoli? Ciccio Calzona ritorna sul vecchio campo dove è cresciuto assieme al maestro Sarri (a proposito, sta facendo un pensierino se stasera andare allo stadio). La difesa dei mal di pancia è in piena emergenza, ma si sapeva. I due squalificati, Rrahmani e Mario Rui, verranno sostituiti da Ostigard e Mazzocchi. Per il resto, tutto resta immutato. Anche Cajuste e Traoré, che pure scalpitavano, dovranno lasciar posto ancora ad Anguissa e Zielinski. Chissà, se è la mossa giusta. 

La crisi 

Calzona insegue la vittoria per dare un senso a un finale di stagione dove bisogna arrivare almeno settimi.

Compito non semplice: creare una mission da qui a fine maggio che solo una vittoria stasera con l’Empoli, può dare. Il tecnico azzurro ha spiegato che le uniche cose che contano sono «il presente e i fatti», che «non bisogna fare calcoli o tabelle». Adesso resta da capire se la squadra reagirà alle stimolazioni di questa settimana e all’orrido pareggio con il Frosinone. L’ambiente appare un po’ rassegnato, con una difesa sempre barcollante e un attacco nelle mani di Osimhen che è un altro dal rendimento isterico. Di sicuro Calzona non pensava fosse così dura quando ha detto di sì al doppio incarico. Il futuro improvvisamente guarda in modo meno cagnesco: è una stagione spettrale ma che visto come viaggiano Atalanta, Fiorentina e Roma in Europa, può ancora acquistare un senso rotondo. Ma solo in caso di vittoria nell’anticipo di questo pomeriggio. Calzona sa di avere pochi mezzi per mandare un segnale alla truppa di giovanotti (e meno giovanotti) tanto incline ai crolli improvvisi che gli tocca maneggiare: più che farli allenare due ore al giorno, non può. È ancora furioso per il finale alle soglie dell’harakiri di domenica scorsa, in cui è mancato soprattutto il cervello. Così i discorsi alla squadra sono stati al minimo, così come i confronti o chissà cosa. Del resto il ricorso a metodi ispirati ai bei vecchi maestri di scuola, quelli che menavano bacchettate sulle dita, non sembra quello a cui Calzona si ispira. Anche perché siamo fuori tempo massimo. De Laurentiis non si è fatto vivo, solo al telefono. 

Il tridente 

Un po’ tutti cominciano ad averne abbastanza di questo Napoli, che illude ma non conclude, che promette e non mantiene, che chiacchiera e non concretizza nulla. Chiedere a Calzona di combattere, a fine aprile, l’inquietante tendenza collettiva alle frane psicofisiche, vuol dire pensare che abbia doni divini. Che non ha. Fiducia a Osimhen e Kvara. L’Empoli deve salvarsi, è nel sottovuoto di chi lotta per restare in A. Avrà fame e sangue negli occhi. Davide Nicola, dopo la rimonta record con la Salernitana, insegue il bis a Empoli. Dice: «Siamo nella condizione di voler recuperare quel punto che abbiamo perso domenica a Lecce, a prescindere dall'avversario dobbiamo mettere tutto noi stessi. La differenza la fa la voglia di lottare». E ancora: «Il Napoli era una macchina perfetta, non so cosa sia successo quest’anno. Con Calzona stanno facendo vedere i movimenti tipici di quel Napoli. Abbiamo cercato di studiarli a fondo. Dobbiamo fermarli». D’altronde, non è una mission impossibile di questi tempi. 

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