Gevi Napoli da impazzire, batte Reggio ed è in finale di Coppa

Vittoria al supplementare (87-78) con Pullen ancora decisivo. Domani c'è Milano (17,45)

Markel Brown al tiro (foto Iasenza)
Markel Brown al tiro (foto Iasenza)
di Stefano Prestisimone
Sabato 17 Febbraio 2024, 23:20 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 20:15
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La Napoli dei canestri alle porte del paradiso. Dopo Brescia anche Reggio Emilia si arrende per 78-87 davanti alla verve incontenibile degli azzurri che mettono la freccia al supplementare e trionfano alla Inalpi Arena di Torino davanti a oltre 15mila spettatori. Dopo 18 anni la Gevi torna in finale di Coppa Italia, era accaduto nel 2006 quando la super Carpisa fece di più che approdare al match conclusivo: piegò la Lottomatica Roma e alzò il trofeo, bissando quello Partenope Napoli nel 1968.

Domani alle 17,45 la squadra di Milicic ci proverà a bissare quell’impresa contro l’EA7 Milano ma in realtà la sua Coppa Italia questa Gevi l’ha già vinta. Arrivare fino in fondo, da cenerentola, dopo aver vinto due sfide, è davvero un sogno. Ma è ovvio che la finale andrà onorata al massimo, provando a sgambettare la corazzata di Ettore Messina che ha liquidato con facilità Venezia nell’altra semifinale. Gigantesco Pullen, solito genio folle, che segna la tripla decisiva nel supplementare.

E cuore in tumulto per alessandro Dalla Salda, che nel club di Reggio Emilia ci ha passato una vita.

Ad inizio gara Milicic sceglie nuovamente Mabor al posto di Owens e il giovane lungo sudsudanese lo ripaga subito con una super stoppata. Zubcic riparte dallo stesso punto di giovedì, sbagliando 3 triple in fila (toccando in quel momento 3/29 nelle ultime gare) mentre Faye imperversa in area. C’è il 2-7 per i reggiani, Milicic sostituisce Zubcic con Lever dopo 3 minuti e mezzo, poi chiama time out per sistemare le cose. Chillo è la variabile imprevista, la Gevi finisce a -9 poi riduce il gap (7-11). Entra Pullen e il suo impatto è subito eccellente, ma poi dal -1 Napoli ripiomba a -9 (10-19), subendo un break di 8-0. E al 10’ i partenopei devono inseguire (14-24). Zubcic si sblocca dai 6,75, Pullen inventa canestri ma gli emiliani riescono sempre a rispondere colpo su colpo. Ci sono minuti in cui si spara a salve ma la squadra di Priftis è sempre lì, nonostante Galloway sia quasi invisibile grazie alla difesa di Brown. La Gevi risale, la Unahotels sente il fiato sul collo, Pullen segna un canestro da 8 metri e c’è il -1. Il testa a testa prosegue fino all’intervallo: 39-41. Napoli c’è, nonostante il 25% da tre.

Reggio passa a zona, Galloway continua a latitare sbagliando a ripetizione, Sokolowski pareggia a quota 41, ma Ennis conferma la serata difficile con uno sfondamento evitabilissimo. E dalla parte opposta Vitali segna da 3 per il 41-46. Faye, rientrato, domina a rimbalzo e segna in area (41-48), la Gevi soffre, subisce il break e piomba a -8, con Pullen a tre falli e il bonus già raggiunto dopo 5’.

Le mani dei partenopei si raffreddano ulteriormente ma c’è la reazione per il -5. Pullen evita miracolosamente il quarto fallo e dalla lunetta infila palloni, Brown segna da 3 ma ciononostante la Unahotels al 30’ è ancora a +5. C’è una scaramuccia tra Sokolowski e Galloway che finiscono testa e testa dopo un contatto. Ma è pace fatta dopo pochi secondi. Partita tiratissima, c’è un tecnico a Milicic per essere uscito dalla zona di competenza, Chillo segna un canestro pesante (55-61), Pullen torna in panchina a riposare e proprio in quel momento arriva la prima tripla della partita per Galloway. Smith un attimo dopo replica e c’è il 55-61. Ma non è finita, Sokolowski riporta i suoi sul -6 a 4’ dalla fine.

Poi Ennis si inventa prima un gioco da 3 punti a 1’57’’ dalla fine per il 68-71, poi segna due liberi per il -1. Sul 70-71, Weber ruba palla a Ennis e subisce fallo: 70-73. Ma Sokolowski pareggia con la tripla a 16’’ dalla sirena (73-73). Reggio gioca l’ultima palla ma sbaglia e si va al supplementare. Napoli in testa per la prima volta sul 78-76, Reggio pareggia ma Pullen segna una tripla pazzesca e dà la spinta per la vittoria finale.

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