Nord contro Sud, parodia Capitale nella nuova serie comedy «Romolo + Giuly»

Nord contro Sud, parodia Capitale nella nuova serie comedy «Romolo + Giuly»
di Fabrizio Corallo
Venerdì 14 Settembre 2018, 12:00
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L'amore «impossibile» tra un ragazzo di Roma Sud, l'insicuro e coatto Romolo Montacchi (Alessandro D'Ambrosi) e una ragazza benestante di Roma Nord destinata ad un matrimonio di convenienza, la dolce e sensibile Giusy Copulati (Beatrice Arnera, 23 anni) si trasforma in una paradossale guerra civile che rischia di dividere il Belpaese. È quello che avviene nella nuova serie comedy «Romolo + Giuly. La guerra mondiale», parodia shakespariana prodotta da Wildside e ZerosixProductions in onda dal 17 settembre ogni lunedì alle 21,15 in 8 episodi da 30 minuti su Fox (Canale 112 di Sky) sulla scia del successo surreal/demenziale di «Boris».

Diretta da Michele Bertini Malgarini, anche sceneggiatore con Giulio Carrieri e con il protagonista D'Ambrosi, la serie è nata sul web con milioni mezzo di visualizzazioni e premio nel 2016 al Roma WebFest, ironizzando sulle differenze ideologiche, sociali, linguistiche e antropologiche tra due zone della capitale agli antipodi. Una Roma Nord ricca, snob e ferocemente classista simboleggiata dai palazzinari Copulati e una Roma Sud, ignorante, cafona e chiassosa, in mano a papà «Arfio» Montacchi (Federico Pacifici) dedito al controllo del traffico di rifiuti, si fronteggiano senza esclusione di colpi, con le famiglie rivali dei due innamorati in lotta per la poltrona di sindaco. Ma l'epico e grottesco conflitto tra i quartieri si estenderà all'Italia intera quando Napoli e Milano guidate rispettivamente da un boss nostalgico innamorato dell'arte e della bellezza, don Alfonso (Fortunato Cerlino, il don Pietro Savastano di «Gomorra») e dal re delle televendite Giorgio Mastrota nei panni di un massone antimeridionale col suo vero nome si coalizzano per conquistare la capitale, dando vita ad un'alleanza imprevedibile. Lo scopo è quello di dividere poi l'Italia a metà: al Nord un'efficientissima S.p.A., gestita da un cda massonico milanese; al Sud una rinnovata monarchia di tipo borbonico.
 
Interpretata anche fra gli altri da Massimo Ciavarro, Michela Andreozzi, Lidia Vitale, Federico Pacifici, Nunzia Schiano e Francesco Pannofino, «Romolo + Giuly» guarda alla satira politica: «Abbiamo pensato che in un'alleanza inedita fra Milano e Napoli contro Roma padrona, si potesse raccontare il tentativo di superare queste divisioni, attraverso l'esplorazione del diverso e la conoscenza dell'altro», spiega D'Ambrosi mentre Carrieri cita come fonti di ispirazione «Chi ha incastrato Roger Rabbit» e i Monty Python per il nonsense e la capacità di trattare in modo paradossale temi politici, ma anche cartoons come i Simpson e i Griffin.

«Don Alfonso è una sorta di cugino di Pietro Savastano», spiega invece Cerlino, «lo ricorda alla lontana ma è più nobile, un po' boss e un po' principe in quello che era un tempo il Regno delle due Sicilie, determinato a farsi re e ad assumere la guida di tutto il Sud. Quando mi hanno proposto il ruolo, pensavo ad un'ennesima e facile parodia e non ero troppo convinto ma poi quando ho letto la sceneggiatura e conosciuto tre autori ne sono rimasto entusiasta: il progetto era sostenuto da un approccio culturale, da un linguaggio contemporaneo, legato a web, tv e cinema e rappresentava un modo innovativo di omaggiare la grande commedia italiana»,

L'attore napoletano sottolinea che a suggestionarlo è stata l'opportunità di disegnare «ancora un malavitoso ma stavolta malinconico, nostalgico, con simpatie filoborboniche, impegnato in un progetto politico folle in nome della bellezza e dell'arte. L'Italia è tornata a dividersi, anche in modo tragico, in settori d'influenza politica, ed è importante raccontare il nostro tempo con ironia perché quello che sfugge a molti è quanto la diversità sia stata sempre nella Storia un'occasione di ricchezza. Il napoletano ha molto da insegnare al milanese e viceversa, il Paese andrebbe molto meglio se tutti remassimo nella stessa direzione».

In scena al suo fianco una mater mediterranea suadente e decisa, donna Assunta, interpretata da Nunzia Schiano: «La conoscevo bene, ho recitato spesso con lei e ho capito che sarebbe stata perfetta per il ruolo e quando ho proposto al regista di scritturarla lui mi ha subito mostrato in tempo reale le sue foto appese dietro ad una scrivania: rappresentava già la sua scelta ideale», conclude Cerlino, di cui è in ristampa il primo romanzo Se vuoi vivere felice, e che tornerà a metà novembre su Raiuno accanto a Claudio Amendola nella fiction «Nero a metà» di Marco Pontecorvo e in questi giorni recita a Trieste nel ruolo di un inconsueto vicequestore sul set di un'altra produzione di Viale Mazzini, la seconda stagione di «La porta rossa», scritta tra gli altri da Carlo Lucarelli e diretta da Carmine Elia.
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