Sul set con Casa Surace: «La pubblicità? Fatela fare a noi terroni»

Sul set con Casa Surace: «La pubblicità? Fatela fare a noi terroni»
di Stefano Prestisimone
Domenica 4 Marzo 2018, 09:06 - Ultimo agg. 20:42
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Ciak, si gira ai Camaldoli, ma che ci fanno le star di YouTube con una Fiesta in mano?. Già, perché al centro ci sono sempre loro, Ricky e Pasqui, i due studenti fuori sede, agli antipodi per usanze, abitudini, educazione, ma capaci incredibilmente di convivere sotto lo stesso tetto. Il primo immerso nella tipica vita frenetica di un universitario milanese: sveglia alle 7, caffè al volo, corsi da seguire, palestra, fila in mensa per un'insalata. L'altro perennemente immerso nel morbido mood dell'atmosfera rilassata dello studente meridionale, tra un caffè sospeso, uno offerto, un gigantesco panino per pranzo e il pacco da ritirare alla stazione con le leccornie spedite da mammà. Intorno un'allegra brigata, tra studenti che si aggiungono, parenti, genitori, nonni, per contribuire a rendere Casa Surace una stramba e colorata community.

Prende spunto dalla vita reale il fenomeno web nato nel 2014 dalla creatività di veri coinquilini (Alessio Strazzullo, Riccardo Botteghella, il Ricky milanese che in realtà è napoletano, Bruno Galasso, ovvero il Pasqui pugliese, Simone Petrella, Andrea Di Maria e Daniele Pugliese) che in breve tempo si sono lanciati nella produzione di videoclip virali. Da Sala Consilina a Napoli e ritorno, una doppia sede per scherzare sugli stereotipi di Nord e Sud e rivendicare l'orgoglio terrone. Partendo da un cognome calabrese, Surace, di cui piaceva il suono.

Un successo importante che li pone ora di fronte ad una sorta di nemesi: loro, paladini degli sfilatini con le polpette e delle parmigiane della nonna, fondamentalisti del cibo ruspante sudista, diventano ora testimonial di un colosso dolciario piemontese come la Ferrero che ha scelto la loro ironia per costruire il nuovo spot della Fiesta, girato in un appartamento sulla collina dei Camaldoli e in rete dal 14 marzo.
 

 
 
Com'è andata sul set della pubblicità?
«I terroni fuori sede hanno sempre gli zaini riempiti di merendine dalla mamma eternamente preoccupata, dunque siamo anche in questo caso in linea con il nostro linguaggio», spiega Daniele Pugliese uno degli elementi storici di Casa Surace e che costituisce con Andrea Di Maria, (nell'ultima stagione di «Gomorra» nel ruolo di «'o diplomato»), la frangia di Sala Consilina del gruppo. «La Ferrero per Fiesta ha accettato la nostra idea di ironizzare sui diversi modi di intendere la pubblicità al Nord e al Sud e sullo storico slogan non ci vedo più dalla fame. Lo abbiamo realizzato con l'intervento di Antonella Morea, che è diventata la mamma di Casa Surace e dei nonni Andrea Lasala e Rosetta Rinaldi». Nella campagna i rimandi al format seriale: le radici ed i valori del Sud, gli stereotipi da smontare, il rapporto tra studenti fuorisede, gli usi e i costumi culinari. Il tutto sotto il titolo «Se le pubblicità fossero girate al Sud».

Voi di Casa Surace rifiutate l'etichetta di youtuber?
«Rispetto alle classiche creature del web veniamo dal teatro o dal cinema e siamo tutti trentenni, dunque la differenza è notevole, come impostazione e come generazione, prosegue Daniele Pugliese: La forma di linguaggio è teatrale e più casta possibile mentre gruppi come The Jackal, ad esempio, utilizzano un linguaggio che proviene dal web e dunque più audace. Abbiamo usato la rete, ci siamo adeguati, ma non siamo figli del web e rispetto ad altre proposte abbiamo un pubblico più variegato, con dentro anche bambini, mamme, nonni. Fin dall'inizio non abbiamo girato video con telefonini ma sempre e solo con macchine da presa, telecamere, cura delle luci. Ad oggi Casa Surace ha totalizzato più di 400 milioni di visualizzazioni su Facebook e YouTube. Ma nonostante questo e dopo oltre 150 video realizzati continuiamo a mangiare tutti insieme nella casa di Salvator Rosa, che prima ci ospitava come fuori sede. Ora ci siamo autosfrattati ed è diventata il nostro studio. Ma abbiamo sempre una sede anche a Sala Consilina.

Com'è andata la partecipazione a Sanremo, come voce social del festival?
«Un'esperienza importante, siamo entrati nel mondo televisivo dalla porta principale, facendo dei servizi per Raiuno, Raiplay e per i social, e ciò ci ha fatto conoscere da un pubblico più vasto e ha consolidato l'affetto del nostro zoccolo duro di fans. Sanremo in quella settimana è al primo posto anche nei contatti web, quindi il nostro nome è ulteriormente decollato, prosegue Daniele.

Come accaduto a The Jackal, potreste separarvi e percorrere strade diverse?
«Andrea Di Maria è l'unico che viaggia anche parallelamente a Casa Surace ma semplicemente perché è già da molti anni nella compagnia di Vincenzo Salemme, ha sempre avuto una carriera autonoma come attore», conclude Pugliese:«Noi invece, che siamo nati soprattutto con questo progetto, vogliamo condividere quanta più strada è possibile.
Abbiamo anche in cantiere un film nostro, ma il progetto al momento è in stand by perché vorremmo andare in sala con un'idea forte e non solo per provare l'ebbrezza del cinema».

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