Eduardo hard, scandalo a teatro: Salieri porta in scena attori e pornostar

Valentina Nappi ne "Il cilindro" di Eduardo De Filippo
Valentina Nappi ne "Il cilindro" di Eduardo De Filippo
di Rossella Grasso
Mercoledì 18 Aprile 2018, 09:50 - Ultimo agg. 09:52
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Storico produttore e regista di cinema hard, Mario Salieri torna a Napoli, dove è nato e cresciuto, con una nuova provocazione: portare in teatro «Il cilindro» liberamente ispirato all’omonima commedia di Eduardo. Il sipario si alzerà l’8 e il 9 maggio al teatro Totò. Salieri, nome d’arte scelto perché «Era l’antagonista di Mozart come io lo sono del cinema-cinema, da sempre la mia aspirazione irraggiungibile», classe ’57, ha alle spalle oltre 200 film e una produzione di «scene tematiche» da velocista. Nei suoi 35 anni di film a luci rosse di polemiche ne ha provocate tante, compresa un’interrogazione parlamentare in Senato per «La ciociara», remake erotico del film di De Sica. Adesso mira al teatro con «Il cilindro», spin off di un progetto nato a marzo come fiction in sei puntate interamente girate a Nola.

Da regista pornografico a regista teatrale?
«Sono sempre stato trasgressivo, cerco di portare sotto i riflettori un genere sottovalutato: anche nel mio settore esistono delle autorialità. In questo caso, affascinato dai toni pirandelliani di Eduardo, mi sono divertito a realizzare la mia versione rivista e scorretta, influenzata da note erotiche, di una commedia di De Filippo poco conosciuta, del 1965, quella in cui una finta prostituta attrae i potenziale clienti che poi si trovano nel letto... un morto».

Lo spettacolo è vietato ai minori di 18 anni. Che cosa ci dobbiamo aspettare?
«Un misto tra prosa, avanspettacolo e drammaturgia con dei contenuti che faranno discutere. Quando parlo di avanspettacolo mi riferisco a quello degli anni ’70, con le spogliarelliste».

In scena attori di prosa e pornostar.
«Ho formato la compagnia Sirena Partenope di cui fanno parte anche attori dal passato teatrale serio, come Ciro Ruoppo che ha lavorato nella compagnia di Carlo Giuffrè e Peppino De Filippo. Poi c’è Ciro Grano, Max Menico, Regina Sanseverino, affiancati dagli attori della nostra industria a luci rosse come Valentina Nappi, Rossella Visconti, Monique Covet e Costy Saddy».
 
Le pornostar reciteranno De Filippo senza vestiti, tra una copula e l’altra?
«I testi di Eduardo sono rivisitati in modo goliardico, per questo non ho dovuto chiedere i diritti».

Insomma, le piace dare scandalo.
«Una volta ho girato un film in una chiesa di Gioia de Marsi, in Abruzzo. Avevo un regolare contratto di affitto. Un anno dopo il vescovo lo venne a sapere e decise di annullare tutti i riti celebrati in quella chiesa dopo le nostre riprese. Scoppiò un caso internazionale. Poi la polemica rientrò e con essa anche i sacramenti dei compaesani».

Napoli ricorre spesso nei suoi porno.
«Sì, a partire da “Inside Napoli” dell’89 con Moana Pozzi. Nel ‘97 una parodia di Eduardo mi costò una causa con la sua vedova, Isabella Quarantotti: “Natale in casa Cupiello” mi ispirò “Capodanno in casa Curiello”. La Quarantotti sostenne che noi avevamo leso i diritti della commedia e ci portò in tribunale. Alla fine l’avemmo vinta noi».

Un po’ quello che era successo al tempo del processo intentato da D’Annunzio contro Eduardo Scarpetta. Ma continuiamo: nel 2003 firmò «Napoli», film a luci rosse che andava dal dopoguerra ai giorni nostri. 
«Mi piace aggiungere una storia alla pornografia, una trama alla solita carne. Cerco attori e attrici che sia bravini a recitare oltre che bravi e dotati nel loro specifico».

In questi suoi 35 anni di carriera come è cambiato il porno?
«È cambiato il modo di commercializzarlo e di fruirlo, ma i contenuti sono sempre gli stessi. Quando ho cominciato esistevano le videocassette, per la prima volta ti potevi gustare un film hard a casa tua: era l’era d’oro dell’industria pornografica. Oggi il pianeta porno è tutto sul web, un mondo nuovo, libero e fruibile gratuitamente. Purtroppo anche da minori, senza alcun problema».
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