Bellavista e il viaggio
​senza pensieri

Bellavista e il viaggio senza pensieri
di Alessandro Siani
Mercoledì 19 Settembre 2018, 10:59
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C’è un grande fermento e una grande gioia, non solo nella nostra città, per festeggiare i 90 anni di un grande artista e per rendere omaggio alle sue opere più rappresentative. In verità non è mica facile parlare di un’opera letterale, teatrale e cinematografica unica e straordinaria come «Così parlò Bellavista».

Sarebbe banale e retorico disquisirne la capacita comunicativa e filosofica o, semplicemente, le risate che ci ha fatto fa! Io credo, invece, che prima di parlare di Luciano De Crescenzo bisogna approfondire che cosa significhi essere napoletano. Essere Luciano De Crescenzo lo si può essere solo se si nasce a Napoli.

Sentirsi napoletano vuol dire essere muniti di un biglietto che spalanca le porte verso un’arte fatta di colori e sentimenti espressi con semplicità. Un forestiero che viene a Napoli avverte subito un senso di pienezza, familiarità e calore umano. In un attimo, i gesti e tutto ciò che può sembrare incomprensibile diventano chiari. Anche una persona che ha vissuto per quarant’anni a Bolzano, dopo cinque minuti a Napoli, si sente cittadino onorario di Forcella. 

La storia di Napoli con la lingua e l’energia, che insieme costituiscono la cosiddetta «Napoletanità», camminano con noi. Impregnano strade piccole e grandi, che intrecciandosi custodiscono i ricordi di chi nei secoli ha lasciato qui incredibili testimonianze artistiche ed architettoniche. Attraversare, per esempio, i cunicoli della «Napoli sotterranea» riesce a riportarci alla «Nascita» della nostra bellissima città. È la forza rievocativa del passato, dell’arte, di tutto ciò che ha reso ricca la nostra terra. E tanti popoli e generazioni hanno aggiunto magia e melodia, mescolando la ricchezza della storia con nuove culture.

La nostra arte è diventata un’eccellenza, riuscendo incredibilmente a entrare nei cuori di tutti e restarci per sempre. 
Da noi sono nate la canzoni più belle, che parlano di amori travagliati, passioni intense, sentimenti non corrisposti e difficoltà economiche del popolo. Canzoni che hanno fatto il giro del pianeta; ovunque, nel mondo, c’è un po’ di aria di Napoli. 

In tanti hanno parlato e scritto di Napoli facendosi ispirare dalla ricchezza di una cultura intramontabile, dalla scrittrice Matilde Serao con il suo «Ventre di Napoli», ai saggi ed articoli del filosofo Benedetto Croce, al film «L’oro di Napoli» di Vittorio De Sica e alle opere dello scrittore francese Jean-Noel Schifano, solo per citarne alcuni.
A Napoli anche i gesti più semplici creano poesia, si uniscono alla capacità di guardare al di là di quanto gli occhi premettono di vedere e delineano l’immagine di una città che sa arricchire in eterno. Napoli è tutto e niente, Napoli è il giusto compromesso tra gioia e dolore. 

Ed ora possiamo parlare di Luciano, Lucianone De Crescenzo. La Napoli di Bellavista è una Napoli in bella vista, in bella mostra, nel pieno della sua impressionante bellezza. Pare un racconto del passato ma anche in fondo una speranza per il futuro, un continuo alternarsi ieri ed oggi.
È proprio vero, «Cosi parlò Bellavista» è adesso più che mai! Ha attraversato in 40 anni tutto. Dal disastro del terremoto alla rinascita con Maradona, le vittorie, Piazza del Plebiscito liberata, ed ora anche il lungomare, Troisi e i suoi sorrisi, l’eterno Pino Daniele e Maurizio De Giovanni

La Napoli raccontata da Saviano... e poi i napoletani... di Saviano, di Nola, di Pomigliano D’Arco, di Casoria, Frattamaggiore e Frattaminore ...insomma tutta Napoli.

E in ogni animo, in tutte queste Napoli si nasconde un Bellavista, un pò come il fanciullino di Pascoli, un fanciullino napoletano un pò filosofo, un pò scugnizzo, nu’ poco scapricciatiello e tanto tifoso del Napoli ma di una Napoli piena d ‘amore.

E più invecchiamo e più ne sentiamo il bisogno della sua Napoli, come un ricordo, che riporta immediatamente alla spensieratezza, che ti culla in una piacevole distrazione per l’anima. Senza pensarci o come si direbbe oggi : guardati «Cosi parlò bellavista», e stai senza pensier!
 
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