Mika: «Sanremo?
No, grazie»

Mika: «Sanremo? No, grazie»
di Petronilla Carillo Inviato
Domenica 16 Luglio 2017, 10:37 - Ultimo agg. 15:31
4 Minuti di Lettura
 Giffoni Valle Piana - Sorride se gli chiede del festival di Sanremo ed inarca le sopracciglia scherzosamente. Ma il termine «Sanremo» Mika non lo pronuncia mai. A Giffoni parla della seconda edizione del programma Casa Mika, del disco che sta scrivendo con «un’altra persona, tutto al piano» ma quando il discorso cade sugli «altri progetti» timidamente chiede: «quelli di febbraio?». E poi aggiunge: «Sarebbe un enorme onore ma non lo farò. Con le mie tempistiche come riuscirei a farlo? Io non sono un conduttore, quello è un mestiere che altri fanno molto meglio di me, potrei farlo solo nel mio stile, e richiederebbe tempo per prepararlo».

Proprio mentre l’artista dalle origini libanesi, ma naturalizzato britannico, riceve l’ovazione dei ragazzi della giuria del festival di Giffoni, sul web gira l’indiscrezione di una sua possibile partecipazione al festival della musica italiana al fianco di Pippo Baudo e Virginia Raffaele. Indiscrezione che Mika smentisce categoricamente, anche se il cocktail appare suggestivo. Intanto, è lui la star della seconda giornata della 47esima edizione del Giffoni Experience. Protagonista di ben due incontri con i ragazzi, nel pomeriggio si è conteso il salottino della sala Truffaut con l’attrice Margherita Buy la quale, in un breve incontro con la stampa, ha invece ironicamente scherzato sui suoi piani futuri: «Al momento il mio unico progetto è attraversare quel corridoio davanti agli occhi di tanti e tanti ragazzi... e la cosa già mi mette agitazione».

Sarà forse perché i giovani giurati di Giffoni, come ha detto Mika, sono davvero capaci di trasmette «un’energia positiva unica» e sicuramente travolgente. E così, in sala, il cantante si abbandona al racconto di una serie di aneddoti personali e di confidenze. Ma nel piccolo centro dei Picentini si dilunga anche a parlare della seconda edizione di «Casa Mika» che andrà in onda su Rai Due tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre. «Siamo già al lavoro da due mesi», spiega, «inizieremo a registrare il prossimo week end. Quest’anno ci sarà anche una minifiction, scritta da Ivan Cotroneo (uno dei cinque autori del programma), che influenzerà quello che succede nello show e viceversa. Se la minifiction funzionasse, l’idea è di continuarla come progetto a se».

Un progetto che si svilupperà in quattro puntate «come un musical che ha una sua storia dall’inizio alla fine e dove tutto è curato nel dettaglio: dai miei costumi ai più piccoli loghi che vedrete. Una formula diversa rispetto a quella dell’anno precedente perché anche format che vince può cambiare». Un cambiamento che, quando diventa «contaminazione», può produrre effetti «super», dice l’artista al quale è anche arrivata anche la richiesta di sviluppare un programma sulle conversazioni in esterna, presenti nella prima edizione dello show, tra lui in veste di tassista e i clienti che salivano sulla sua auto. Gli brillano gli occhi quando parla delle sue idee e del suo futuro. Sorride quando dice che gli hanno offerto una piccola partecipazione ad un film francese.

Ma soprattutto ricorda che da ragazzino era «un emarginato» rispetto agli altri e che il bullismo può avere due risposte: una immediata, di rabbia; l’altra meditata, più lunga e difficile ma di certo più bella: «Ecco a chi da piccolo mi lanciava palloni addosso oggi dico: io canto il pop, voi vendete pop corn». Innamorato dell’Italia, ammette che è una terra diversa di città in città ma unica nel suo genere, fatta di tante bellezze, come Napoli anche se «è più facile esportare il modello Gomorra che la Napoli perbene». Pur dichiarando di aver «chiuso con i talent show» ammette che un programma musicale lo farebbe e che, accanto a lui, gli farebbe piacere avere Gabbani o Fedez. Elegante e un po’ imbarazzata, Margherita Buy gioca invece tutto sull’autoironia.

Si definisce «impacciata» e parla della meraviglia della madre ogni volta che la vede recitare: «Mi ripete sempre - dice l’attrice - che non avrebbe scommesso su di me che non ero capace di aprire bocca neanche con un negoziante quando dovevo comprare qualcosa per me».
Però ammette che l’entusiasmo dei ragazzi di Giffoni per il cinema la riempie di gioia perché li «allontana dall’uso del telefono». Parla del suo nuovo film diretto da Castellitto («Piccoli crimini coniugali») girato in soli quattordici giorni in un unico ambiente e dice che ora vorrebbe «un po’ di teatro... perché mi farebbe bene... soprattutto alla testa», sorridendo di se stessa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA