Venezia, insulti sessisti all'unica regista donna durante la proiezione stampa

Venezia, insulti sessisti all'unica regista donna durante la proiezione stampa
Giovedì 6 Settembre 2018, 16:18 - Ultimo agg. 19:04
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L'attesa proiezione stampa di Nightingale, unico film di una regista donna in concorso a Venezia, è stata rovinata da accuse volgari e sessiste urlate in sala alla fine della proiezione. La regista australiana Jennifer Kent ha portato in gara alla 75ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica un film splatter, pieno di violenza sessuale, con una protagonista stuprata più volte, ma anche capace alla fine di una vendetta al femminile feroce. Un film accolto da buuu, già annunciati dalle tante risate durante il film, ma anche dal grido «vergogna putt...fai schifo» urlato dalla platea.
 



A gridare gli insulti, si è poi scoperto dopo, è stato un tal Sharif Meghdoud, che con un post su Facebook si è autodenunciato. «Sono stato io l'uomo che ieri sera, alla proiezione stampa di "The Nightingale" di Jennifer Kent, ha gridato un insulto deplorevole alla regista una volta apparso il suo nome. Per evitare alla base qualunque tipo di speculazione su cosa abbia detto lo ripeto qua "Vergognati put***a fai schifo". Un rigurgito uscito da una bocca che non pensava ne a quello che diceva ne alle relative conseguenze», ha scritto Meghdoud, su Facebook che sui social si definisce art director torinese e che era a Venezia con un accredito da giornalista.  





Gli organizzatori del Festival gli hanno poi tolto l'accredito, senza però nominarlo esplicitamente. «Ieri sera in Sala Darsena è avvenuto un fatto deplorevole per il quale La Biennale di Venezia ha provveduto all'immediato ritiro dell'accredito stampa del responsabile», ha scritto su Twitter la Biennale.

«Credo che di fronte a queste proteste violente - ha replicato oggi Jennifer Kent - bisogna reagire con compassione e amore unica formula, secondo me, verso l'ignoranza. E oggi amore e compassione sembrano difetti». Il fatto di essere l'unica donna in concorso le spiace: «Vorrei avere altre mie colleghe con me ora. Finché non ci sarà
una parità di genere e un vero equilibrio le cose non andranno bene. Ma va detto - ha aggiunto - che ci sono anche altre discriminazioni nel cinema: ad esempio verso i cineasti aborigeni, i neri e chi non ha un ben definito genere sessuale. Insomma la strada da percorrere è lunga».

Nightingale ci porta in Tasmania nel 1825. Qui la giovane galeotta irlandese Clare (Aisling Franciosi), sposata e con
tanto di figlio neonato, scontata la pena è in attesa dell'agognato permesso che le spetta e non arriva mai. Il motivo di questo ritardo è semplice, il più perfido degli ufficiali inglesi (interpretato dall'astro nascente Sam Claflin) la violenta appena può e, come se non bastasse, la fa violentare anche dai suoi uomini.

Da qui, dopo tutta una serie di umiliazioni e tragedie che spingono la donna in un lungo pericoloso viaggio verso la vendetta per avere giustizia su chi le ha brutalmente assassinato marito e figlia. Durante il viaggio trova l'aiuto di un aborigeno, Billy (Baykali Ganambarr, a sua volta segnato da un trauma legato a una violenza).

 

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