Sarah Marx incanta Napoli: «Amo Gomorra ma mi ispiro a Rosi»

Sarah Marx incanta Napoli: «Amo Gomorra ma mi ispiro a Rosi»
di Diego Del Pozzo
Domenica 28 Ottobre 2018, 16:48
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Tra gli ospiti internazionali della rassegna “Venezia a Napoli. Il cinema esteso”, che si conclude stasera dopo aver portato per una settimana all’ombra del Vesuvio (con notevole riscontro di pubblico) una selezione ragionata di film dal cartellone della Mostra internazionale d’arte cinematografica, c’è anche la giovane regista francese Sarah Marx, che l’altra sera ha ricevuto tanti applausi all’Institut Français di via Crispi in occasione della proiezione del suo film d’esordio, “L’enkas”, introdotto in sala assieme al nuovo console di Francia a Napoli Laurent Burindes Roziers.

Nel suo “L’enkas” (nato dalla collaborazione con gli artisti Hamé ed Ekoué, fondatori di La Rumeur, innovativo gruppo rap francese e oggi anche casa di produzione), la Marx racconta la storia di Ulysse (interpretato dal bravo Sandor Funtek), che appena uscito di prigione ha un unico obiettivo: fare più soldi possibile, per poter pagare le spese mediche della mamma Gabrielle (è la star transalpina Sandrine Bonnaire), vittima di una forte depressione. Assieme all’amico David, in una Parigi iperrealistica molto ben descritta, decide di noleggiare un food-truck da parcheggiare fuori ai luoghi dei rave party per vendere cibo, bevande ma, soprattutto, droghe liquide (una miscela di acqua e ketamina).

Sarah, da dove viene l’idea di partenza del suo film?
«Prima de “L’enkas”, avevo girato un documentario sulla violenza in prigione e sulle sue conseguenze una volta usciti all’esterno. Alcuni spunti, dunque, vengono da questo lavoro. A me, infatti, interessa un cinema socialmente impegnato, che sappia dare voce alle persone comuni, le quali, pur senza essere veri criminali, sono costrette a intraprendere strade illegali per tirare avanti. Per fare ciò, assieme ai produttori, ho cercato di intrecciare un tessuto fortemente realistico e complesso di legami sociali e familiari, denso di malinconia, incertezza, colpi bassi e soldi facili, in modo da provare a comprendere e raccontare i sogni infranti di Ulysse e di David».

Nel film, lei fa recitare assieme una diva come Sandrine Bonnaire con attori più giovani come Sandor Funtek e altri interpreti non professionisti. Come ha fatto ad amalgamarli così bene?
«Sandor lo avevo notato in un piccolo ruolo nel film precedente dei miei produttori e mi aveva subito colpito. Così, l’ho voluto incontrare già durante le fasi di scrittura e assieme siamo riusciti a creare un incontro perfetto tra l’attore e il personaggio, in modo da riuscire a restituire sullo schermo il massimo della naturalezza e del realismo. Per me, infatti, è importante fare un film che mi assomigli e che possa puntare a far emergere la verità dei personaggi narrati. Per questo, ho provato a star loro il più vicino possibile, anche con la mia cinepresa. Anche con Sandrine c’è stato un incontro bellissimo, perché lei è una donna estremamente sensibile e ha compreso subito come entrare nel personaggio. Abbiamo parlato molto tra di noi, ma senza fare nessuna prova prima di arrivare sul set, in modo da conservare il massimo di spontaneità durante le riprese».

Quali sono i modelli del suo cinema così realistico e socialmente impegnato?
«Tra i miei modelli c’è certamente anche il grande cinema italiano del neorealismo e di autori impegnati come Francesco Rosi. E anche oggi guardo con interesse a ciò che arriva dall’Italia. Per esempio, ho amato molto “Gomorra”, sia il libro che il film che la serie tv, per come hanno saputo raccontare la realtà criminale italiana. Io voglio continuare per la mia strada anche in futuro, senza necessità di troppi soldi ma puntando all’impegno e al racconto di eroi quotidiani come gli Ulysse, David e Gabrielle di questo mio primo film».

Intanto, “Venezia a Napoli. Il cinema esteso” si conclude oggi al cinema Astra di via Mezzocannone con le proiezioni di “Un giorno all’improvviso” di Ciro D’Emilio (alle 18.45) e di “Sunset” dell’ungherese Laszlo Nemes (alle 21).
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