«Ralph Spaccatutto» alla conquista di Internet: il ritorno del cattivo dei videogame

«Ralph Spaccatutto» alla conquista di Internet: il ritorno del cattivo dei videogame
di Oscar Cosulich
Domenica 18 Novembre 2018, 12:00
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Nel 2012 il pubblico fa la conoscenza di «Ralph Spaccatutto», atipico cartoon Disney diretto da Rich Moore, che in precedenza aveva lavorato ai Simpson e a Futurama. L'avventura di Ralph, cattivo di un videogioco degli anni '80 che, dopo trenta anni di onorata attività di distruzione, sempre ostacolata dal buon Felix, si stufa del suo ruolo e decide di vestire i panni dell'eroe in un insidioso viaggio negli altri videogame della sala giochi, è infatti molto lontana dall'impostazione fiabesca attribuita abitualmente ai film Disney. Moore ha poi vinto l'Oscar con il raffinato apologo «Zootropolis» che, descrivendo un'utopica città ideale degli animali, offre riflessioni adulte sul razzismo e l'intolleranza verso il diverso.

Con «Ralph Spacca Internet» Moore, ora affiancato alla regia dallo sceneggiatore Phil Johnston, porta la sfida a un nuovo livello. Questa volta Ralph, accompagnato dall'amica Vanellope von Schweetz, si avventura (complice il wi-fi installato nella sala giochi) nel mare magnum di internet, alla ricerca del pezzo di ricambio necessario a salvare dalla rottamazione «Sugar Rush», il videogioco di cui è protagonista Vanellope. L'ambientazione nel web del film, che in Italia arriverà il primo gennaio, permette agli autori un folle gioco di rimandi e citazioni che vanno da «King Kong» ai Monty Python (non perdete la gag dopo i titoli di coda), irridono i fastidiosi pop-up pubblicitari della rete, mostrano un cammeo del compianto Stan Lee e, per la prima volta nella storia, riuniscono insieme sullo schermo tutte le principesse dei cartoon Disney in una sequenza cult.
 
«Ralph Spacca Internet» narra insomma l'immaginario contemporaneo in modo analogo a come Spielberg ha fatto con quello degli anni '80 in «Ready Player One» e i registi lo sanno: «Eravamo consci di questa affinità», ammette infatti Phil Johnston, «per questo abbiamo scelto di non andare a vedere quel film, per non rischiare di esserne influenzati». «Vista la velocità con cui le cose cambiano su internet sapevamo che qualcosa poteva diventare vecchio già il giorno dopo l'uscita del film, su cui abbiamo iniziato a lavorare nel 2014», spiega lo sceneggiatore e regista, «quindi abbiamo deciso di concentrarci su un tema universale e senza tempo: la storia dell'amicizia tra Ralph e Vannelope. Non ci interessava però raccontare quanto l'amicizia sia bella, piuttosto ci siamo concentrati sulle difficoltà che un'amicizia deve affrontare». «Fare questo film è stato come cucinare una torta», scherza Moore, «il cuore del dolce è il tema di un'amicizia in crisi, mentre la glassa ornamentale sono i riferimenti agli hater e ai troll, al dark-net e i suoi virus».

E, a proposito dei rischi del web, Johnston aggiunge «i bambini passano sempre più tempo online: sarebbe stato da irresponsabili non parlare degli aspetti negativi di internet». «Ralph è indifeso di fronte agli hater online, proprio come lo sono i bambini. Noi volevamo aiutarli ad affrontare questo mondo in modo più consapevole», conclude l'autore, «gli spettatori più giovani, così come i personaggi del film, devono imparare a distinguere gli amici veri e difendersi dai commenti dei presunti amici nella rete. Nel film internet divide Ralph e Vannelope, ma è anche un elemento di salvezza. Abbiamo narrato un'ampia area grigia, proprio perché sarebbe sbagliato dividere il mondo schematicamente in bianco e nero: la realtà non è mai così netta».

Venendo alla scena cult in cui Vannelope incontra tutte le principesse Disney, Moore osserva soddisfatto come questa fosse «un'occasione possibile solo in un film così. All'inizio doveva essere poco più di una gag: visto che Vannelope è anche lei una principessa, ci sembrava divertente la visione corale. Poi tutto è cresciuto. Uno dei momenti più emozionanti è stato quando abbiamo convocato allo Studio undici delle quattordici attrici che avevano dato le voci a quelle principesse, perché si confrontassero con gli animatori: è stato uno scambio fruttuoso e ha fatto evolvere la scena. Nel primo film Ralph e Vannelope erano due ragazzini, ora Vannelope è una giovane donna e alla fine del film anche Ralph matura e si può perfino definire un po' femminista. Insomma questo è un film sul girl-power, tanto che nella versione originale l'antieroina Shank ha la voce di Wonder Woman/Gal Gadot!».
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