Ricordando quei momenti drammatici Claudio afferma: “Grazie ad una infermiera caposala bravissima, che vedendomi ha capito subito la situazione, nel giro di sette minuti stavo sotto elettrocardiogramma e dopo un quarto d’ora dall’essermi sentito male ero nella ‘sala rossa’ dell’ospedale. Ma – prosegue Claudio - non mi sono mai preoccupato di morire, non ho avuto il tempo di preoccuparmi, perché ho capito che nel reparto di Cardiochirurgia del Policlinico Umberto I ero in ottime mani e poi – aggiunge - Francesca mi ha fatto ridere per un’ora. Sono stato in ospedale una sola notte e il giorno dopo ho firmato per uscire”.
A Silvia Toffanin che gli chiede come si senta adesso, Claudio risponde: “Dopo, quando ero fuori pericolo, mi sono reso conto che è stata un’esperienza meravigliosa, perché all’improvviso ti rendi conto veramente del valore della vita e delle cose che hai.
E’ stato – prosegue – come una secchiata d’acqua gelata. La mia vita è cambiata radicalmente: ho smesso di fumare, sono dimagrito dodici chili e ora mi sento come un trentenne”. Alla luce della brutta esperienza vissuta, Claudio Amendola conclude con un consiglio: “Il dottore mi ha detto che adesso non sono più a rischio, sto benissimo, ma la salute va coltivata. Non fumate, mangiate meglio e muovetevi di più”.