Caparezza e la malattia prima di Prisoner 709: «Mi chiedevo perché stava accadendo tutto questo proprio a me»

Caparezza: «Ho affrontato la malattia con leggerezza, così è nato il nuovo disco, Prisoner 709»
Caparezza: «Ho affrontato la malattia con leggerezza, così è nato il nuovo disco, Prisoner 709»
di Massimiliano Leva
Lunedì 16 Luglio 2018, 11:58 - Ultimo agg. 17 Luglio, 10:43
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Accade questo. Accade che all’improvviso per una grave patologia all’orecchio un’artista si trovi in crisi d’identità. Quanto accaduto a Caparezza prima della realizzazione del suo ultimo disco “Prisoner 709”, che stasera presenta dal vivo sul palco di Rock in Roma, è proprio questo: una patologia chiamata acufene, praticamente l’orecchio assillato da un fischio costante, che l’ha obbligato a rivedere il suo ruolo di musicista, persino la sua musica.

“Mi chiedevo perché stava accadendo tutto questo proprio a me, che di musica vivo. Ho cominciato a fare autoanalisi e da lì a rivedere il mio ruolo di musicista". Mica cosa da poco per un musicista che ha nell’udito la sua prima fonte di ispirazione. Dalle riflessioni è nata la voglia di accettare il problema, di rimettersi in gioco, di non arrendersi. E da lì sono nate le canzoni del nuovo disco.

“Mi sono sforzato di essere me stesso. Mi sono ricordato che prendere se possibile le cose nel modo più leggero è la soluzione migliore. Con leggerezza, a volte persino con divertimento, si riescono a raccontare anche le sofferenze, i concetti più pesanti. È questo ho pensato che sia il mio ruolo. La voglia di cantare e di scrivere sempre canzoni pop in fondo è il miglior viatico anche per affrontare una malattia”.

Dopo la pubblicazione del cd, il via a una tournée che lo sta portando in giro per tutta l’Italia ormai da mesi, con grande successo. Un canovaccio in cui, con l’aiuto di ballerini, Caparezza porta in scena la sua musica, certo, ma nello stesso tempo anche uno spettacolo che come nel suo stile abbina appunto musica “leggera” a concetti anche importanti: la libertà, l’incedere del tempo che passa, il bisogno di accettare l’altro. Lui lo definisce un concerto “particolare, ispirato persino a quel genio di Frank Zappa”. In fondo è sempre Caparezza. Un artista “leggero”, capace comunque di reinventarsi, con originalità. Provare per credere stasera. 

Rock in Roma, via Appia Nuova 1245, ore 21, lunedì 16 luglio,  ingresso 28 euro.
 
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