Pasta Party, D&G porta Napoli a New York

Pasta Party, D&G porta Napoli a New York
di Francesca Cicatelli
Domenica 8 Aprile 2018, 17:52 - Ultimo agg. 18:13
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Chi la moda ferisce, di moda perisce. New York li attacca e loro ci festeggiano su. Al sessantacinquesimo piano del Rockefeller Center dove ieri sera Dolce e Gabbana, fan degli spaghetti al pomodoro, hanno dato il Pasta Party, celebrazione glam blindata post sfilata in stile made in Naples, al punto da servire persino le creazioni gourmet del pastificio partenopeo Di Martino. Quattro le ricette cult della serata che ha legato Napoli a Manhattan su un filo di spaghetto: cacio e pepe, all'amatriciana, alla devozione pomodoro e basilico (così chiamato dai produttori in segno di culto verso la tradizione) e alla norma, piatti ideali per gli invitati dal palato vesuviano accorsi all'evento. Napoli è nel cuore dei due stilisti (omaggiati anche dall'artista Lello Esposito, autore della copertina del Corriere della Sera dedicata agli eventi del duo in trasferta) che non a caso hanno scelto come modello una promessa campana della moda. È Pietro Battarra, casertano appena 19enne, studi classici e ora a Lettere, che ha esordito giovanissimo, sfilando per gli stilisti Michele Del Prete e Gino Signore. Già testimonial per l'azienda napo-bolognese Minimal e per la nuova linea di Roberto Cavalli, era in passerella anche all'AltaModa Roma a gennaio, fino ad approdare a New York tra i modelli di Dolce & Gabbana per la sfilata dell'«Alta Moda Sartoria Italiana».
 

 

Non è una coincidenza neppure la scelta della pasta: Stefano Gabbana, infatti, si lascia andare spesso sui social a stories ironiche in cui la mangia e afferma di vederci dentro «il futuro della moda». Fu così che disegnò un grembiule ad hoc proprio per il marchio Di Martino nonché le nuove confezioni trasformate in cartoline in giro per le tavole e le dispense del mondo con le fantasie dei colori mediterranei ed elementi iconici del Sud: carretti siciliani, pupi e l'immagine di Pulcinella. Il brand non ha dimenticato le osservazioni sulla tradizione fashion italiana, irrisa l'anno scorso dal New York Times, che descrisse Milano come periferia della moda internazionale e gli stilisti «confusi sul loro ruolo nel grande ecosistema del fashion». Così acquista ancora maggior significato la trasferta oltreoceano di D&G, che per la prima volta porta a New York, in quattro serate-spettacolo alla Rainbow Room, le proprie creazioni di alta moda proseguendo il tour alla volta di Città del Messico e Miami dove, in barba alla superstizione, venerdì 13 aprile è previsto l'opening di un altro store nel Design district progettato da Gwenael Nicolas dello Studio Curiosity. Il brand, dopo la presentazione della collezione gioielli venerdì, ieri sera ha tenuto un fashion show sulla moda maschile, mentre stasera tocca all'alta moda donna.
 

Dolce e Gabbana sanno come organizzare una festa quasi più dei newyorkesi. L'affronto è proprio il party esclusivo iniziato ieri, alle 23 ora americana, e andato avanti per tutta la notte tra star statunitensi e personalità italiane e napoletane.
Tutto pare abbia avuto inizio con un invito da parte del Metropolitan Opera, uno dei teatri preferiti dal duo di stilisti. Anche se non avevano bisogno di lasciarsi convincere per andare a New York in quanto estimatori della città: «Amiamo il cibo, le persone, i grattacieli, i ristoranti, la metropolitana, la vita notturna, le luci che non si spengono mai. E potremmo andare avanti all'infinito. New York è la città in cui i sogni diventano realtà». Ma «gli italiani fanno paura agli americani perché sappiamo far tutto». Domani il party di chiusura, al Top of the Standard, di questa fashion week cucita su misura dal brand, autogestita e dissociata da quella ufficiale newyorkese. Il marchio cambia nuovamente location per le sue presentazioni itineranti a celebrare ogni parte del mondo. Nel 2015 fu Portofino, nel 2016 Napoli e nel 2017 Palermo. Ora tocca agli States anche perché l'11 aprile sarà inaugurato il primo monomarca nel quartiere di Soho, in Mercer street, con il foodtruck del pastificio Di Martino che distribuirà pasta in strada a 2mila passanti nel packaging take away disegnato dai due stilisti.

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