Paestum, la grande bellezza
circondata da abusi e degrado

Paestum, la grande bellezza circondata da abusi e degrado
di Gigi Di Fiore
Sabato 20 Ottobre 2018, 08:00
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Inviato a Paestum

La chiamano la Shangai di Torre di mare. È una lingua stretta di un trentina tra bar, supermercati, tabaccai, ristoranti alla buona, negozi di chincaglierie in cemento o in lamiere metalliche. Sono a ridosso della fascia di protezione e vincoli che circonda l'area archeologica, ma anche a due passi dal mare. Benvenuti sul litorale di un altro sito Unesco, che il mondo ci invidia. A pochi metri, ci sono i due famosi templi che incantarono il generale Clark dopo lo sbarco di Salerno. Ci sono le mura di cinta, unico esempio di intera fortificazione di una città ancora visibili.

«Ma attorno a tanta bellezza, ci sono scempi, immobili abusivi, degrado - dice Pasquale Longo della sezione locale di Legambiente - Sono situazioni incancrenite da decenni, che risalgono a 40-50 anni fa, diventate davvero intollerabili».
 
Sono passati 61 anni dall'intuizione del senatore Umberto Zanotti Bianco. Per proteggere l'area archeologica, ci vuole una specie di cordone sanitario intorno, che vincoli una zona di protezione dove è vietato costruire, pensò. E nacque la legge 220, che resta l'unico baluardo contro costruzioni e speculazioni ad un chilometro dalle mura. Ma Italia nostra, in uno studio di dieci anni fa, ha calcolato che le violazioni in quella zona incidono per il 10,64%. Sono gli abusi. La lottizzazione di Casabella è una delle più note. Si tratta di 366 villini bassi, che i proprietari hanno cercato di nascondere con la vegetazione. Naturalmente, sono sul lato mare, si affollano d'estate, seconde case in maggioranza. I proprietari sono dell'area nocerino-sarnese, ma anche della zona vesuviana di Napoli.

«La zone attorno all'area archeologica con situazioni di abusivismo maggiore - spiega l'architetto Roberto Paolillo di Legambiente - sono concentrate soprattutto a Torre di mare. C'è di tutto e non è solo abusivismo, ma anche degrado per turismo d'accatto che è un'offesa al parco archeologico».

Cosa c'entra con i templi greci l'Adventure park a pochi metri, non si capisce. Ma d'estate lo scenario qui cambia e lo dimostrano gli 84 stabilimenti balneari sul litorale. Quelli visibili nella famosa area cuscinetto a confine con il mare sono la negazione del rispetto dell'ambiente: murature bianche massicce, impalcature di ferro per i parcheggi, una stradina asfaltata senza nome su una duna che consente l'accesso ai lidi.

«Abbiamo fatto riunioni con i titolari degli stabilimenti - dice il sindaco Francesco Palumbo, maresciallo dei carabinieri eletto un anno e quattro mesi fa - Vogliamo restituire decoro a Paestum e alla sua vocazione turistico archeologica. Abbiamo proposto ai lidi di abbattere le strutture e trasformare tutto secondo criteri ambientali a loro spese, in cambio di concessioni trentennali. Poi partiremo sicuramente con gli abbattimenti dei manufatti abusivi, dopo aver restituito bellezza all'insediamento storico cittadino di Vicolo Tavernelle».

Eliminare i manufatti abusivi sequestrati più volte costa. I sigilli, soprattutto a hotel e ristoranti, vengono tolti e le strutture affidate ai titolari. Quattro anni fa, il sequestro di un ristorante abusivo di 500 metri quadri con tre piscine. Nel 2010, i sigilli a 22 villette a Borgonovo. Il Comune ha ricevuto oltre duemila ordinanze di abbattimento, che non riesce ad eseguire per mancanza di fondi. Un paio sono pronte, con sacrifici sul bilancio.

È il ponte di ferro il confine tra area di tutela della legge 220 e area libera da vincoli. Ma la continuità nel degrado è senza confini. Gli abusi degli agglomerati di manufatti bassi, bianchi, decrepiti non sono un bel vedere a un centinaio di metri dai templi. Via della Giungaia è una discarica continua di monnezza. I cartelli dei divieti del Comune sono violati a tutte le ore. Una via intrecciata con via Lisippo, via Scopa e casotti tutti uguali.

«Su tutti questi manufatti c'è la longa manus di un anziano che appartiene ad una famiglia discussa» dice Pasquale Longo. Poco distante, c'è persino una roulotte circondata da vegetazione, diventata casa da anni. «Vendesi villette con giardino» dice un cartello, che sfida il calo del 40 per cento di presenze di quest'estate. Gabriel Zuchtriegel è il dinamico direttore 37enne nominato tre anni fa. Ha più volte segnalato il degrado che circonda l'area archeologica. E dice: «Occorrerebbe uno strumento eccezionale, simile al grande progetto per Pompei con l'impegno di più organismi in sinergia. Ci arrivano spesso minacce per ciò che denunciamo, ma è un male per tutti. I visitatori se ne accorgono e lo scrivono sulle recensioni in Rete. Ho profonda preoccupazione per il futuro del Parco archeologico, se non si interviene sul degrado e gli abusi nell'area che lo circonda. Occorrono fondi e per questo credo nella necessità di strumenti simili a quelli adottati per Pompei».
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