Droga e armi, il poliziotto infedele:
«Mai avuto rapporti con i clan»

Droga e armi, il poliziotto infedele: «Mai avuto rapporti con i clan»
di Nicola Sorrentino
Sabato 20 Ottobre 2018, 14:00
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SARNO - «Mai avuto rapporti diversi da quelli legati al mio lavoro»: si è difeso così il poliziotto Giovanni Corrado, sospeso dal servizio per presunti favori e rapporti con il gruppo di spaccio coinvolto nell’operazione contro il sistema della droga a Sarno. Dinanzi al gip Maria Zambrano e difeso di fiducia dall’avvocato Fabio Carusone, l’assistente capo del commissariato di Sarno ha rigettato tutte le accuse mosse contro di lui: «Lavoro a Sarno da diciotto anni, non ho mai avuto alcun rapporto confidenziale con questi soggetti». Per l'agente il gip aveva disposto l’interdizione dal servizio per un anno, ma la difesa sta preparando ricorso al Riesame. Dalle intercettazioni che fanno parte dell'indagine condotta dalla Dda di Salerno, il nome del poliziotto emerge dall'ascolto di alcuni dialoghi tra alcuni degli indagati. 

Come quella di Carlo Albero, difeso dall’avvocato Alessandro Laudisio, che nel rendere dichiarazioni spontanee, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere, ha spiegato di non conoscere il poliziotto. L’inchiesta ha portato all'esecuzione di undici misure cautelari. Il sostituto procuratore Vincenzo Montemurro ha coordinato l’attività investigativa muovendo accuse quali associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale e porto abusivo in luogo pubblico di armi da sparo, estorsione e riciclaggio, mentre per l'indagato appartenente alla polizia di stato come assistente capo è contestata l’accusa di rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento personale. 
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