Federico, morto di meningite a Roma: classi al Vespucci semivuote

Federico, morto di meningite a Roma: classi al Vespucci semivuote
di Camilla Mozzetti
Giovedì 17 Gennaio 2019, 11:12 - Ultimo agg. 12:44
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I sorrisi, gli scherzi, la simpatia di Federico hanno lasciato un vuoto cupo e fatto di paura tra le aule e i laboratori dell'Amerigo Vespucci, l'istituto Alberghiero statale al Tiburtino, che il quindicenne stroncato, lunedì sera, all'Umberto I da una sepsi meningococcica, frequentava con profitto. Pochi i ragazzi che ieri erano a scuola, diversi genitori hanno preferito tenere i figli a casa, per alcuni di loro i 18 compagni di classe, i contatti più stretti è in corso la profilassi antibiotica raccomandata dalla Asl. «Pochi studenti spiega la preside Maria Teresa Corea sono venuti a scuola oggi (ieri ndr) però i compagni di classe di Federico c'erano tutti, con loro e i pochi altri ci siamo riuniti in cortile per un minuto di silenzio poi ognuno è tornato in aula». Ma non è stata una giornata come le altre. La didattica è stata pressoché sospesa, molti i giovani che hanno invece preferito mettere a frutto il tempo utile per scrivere delle lettere e realizzare dei cartelloni che oggi, alle 10.30, accompagneranno il feretro di Fede o di «Pippi» come lo chiamava mamma Valeria nella chiesa di San Frumenzio, a Prati Fiscali, dove il giovane risiedeva.

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IL RICORDO
«Federico non c'è più e tutto questo è assurdo racconta con un filo di voce una studentessa di terza ora continuiamo a chiederci come e dove possa avere contratto il virus. Ieri ne abbiamo parlato in Aula magna (che per decisione della preside gli sarà intitolata) anche con la dirigente e gli insegnanti. È come se la sua anima si aggirasse tra di noi». In quell'istituto protetto da un cortile, ieri si respirava solo tanto dolore. Un silenzio surreale ha accompagnato la mattinata mentre i professori facevano forza ai ragazzi, cercando di nascondere le lacrime che scendevano anche sui loro volti. «Federico era un caciarone ma uno studente brillante, che si applicava con passione nel lavoro in sala (il percorso che aveva scelto all'alberghiero ndr) sempre con la mano alzata a chiedere stage e opportunità, sempre disposto a prender parte a ogni evento». Lui, quel ragazzo che la passione per la cucina e il mondo della ristorazione l'aveva scoperta da bambino quando con la baby-sitter, nei pomeriggi in cui mamma Valeria era a lavoro, preparava crostate e ciambelloni. Anche adesso, tra un allenamento e l'altro alla società Atletico-Talenti, non aveva smesso di impastare uova e farina per fare poi, la sera, una sorpresa a sua madre quando tornava a casa. Intanto, le analisi dell'Inmi Spallanzani hanno confermato che ad aggredire il quindicenne è stato un sierotipo del meningococco di tipo C. Un attacco rapido e devastante che lo ha strappato alla vita nel giro di appena 24 ore. Federico domenica scorsa era uscito con degli amici, poi il ritorno a casa con la mamma. I primi sintomi sono arrivati all'alba di lunedì quando il ragazzo, intorno alle 5.30 del mattino ha iniziato ad avere la febbre molto alta. Sembrava un'influenza, così ha pensato mamma Valeria che ha iniziato a preoccuparsi quando, intorno all'ora di pranzo il corpo di Federico si è ricoperto di macchie. Da lì la corsa in ospedale, il ricovero d'urgenza nella Terapia intensiva del reparto di Pediatria, fino alla morte avvenuta per arresto cardiaco poco prima delle 20: a neanche 24 ore dal primo malessere.

LA PROFILASSI
L'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato si sente, comunque, di rassicurare i ragazzi e le loro famiglie: «La situazione è sotto controllo e non vi è alcun allarme meningite, è stata eseguita la profilassi secondo le linee guida e i protocolli clinici», spiega ribadendo, però, la «necessità di vaccinarsi» e dando loro appuntamento a martedì mattina quando al Vespucci partirà una campagna di vaccinazione attiva insieme con i medici della Asl 2: «Chi vorrà potrà vaccinarsi, tutti saranno informati di questa opportunità».
 

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