Non raggiunge il quorum del 33,3%, necessario secondo il Campidoglio per la sua validità, il referendum per la messa a gara del dei trasporti pubblici di Roma. Alla consultazione promossa dai Radicali, che ha visto vincere largamente i sì (75,53% al primo quesito, 74,48% al secondo) partecipano solo il 16,37% degli aventi diritto.
«Atac resta dei cittadini. I romani vogliono resti pubblica», esulta la sindaca Virginia Raggi parlando della municipalizzata che oggi gestisce i trasporti in house. Ma la questione è destinata a non finire qui: i Radicali, secondo cui il quorum non serve, annunciano un ricorso al Tar.
#AtacRestaDeiCittadini. I Romani vogliono resti pubblica. Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti.
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 11 novembre 2018
In serata, a urne chiuse, Raggi promette via Twitter: «Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti». Complessivamente l'affluenza alle urne oggi è di circa 386.900 cittadini su 2.363.989 iscritti al voto. Il municipio dove è più alta, al 25.25%, è il secondo di San Lorenzo-Parioli. Al polo opposto il sesto, quello più periferico di Tor Bella Monaca (appena il 9,3%).
«Il mancato raggiungimento del quorum è una sconfitta per l'amministrazione della democrazia diretta, per una sindaca che ha fatto fatica a dire una parola sul referendum - attacca il parlamentare radicale Riccardo Magi -. Nelle condizioni date siamo soddisfatti di come i romani abbiano risposto». Proprio i Radicali nel pomeriggio avevano lanciato l'allarme sul caos ai seggi: «Ci arrivano numerose segnalazioni di fatti gravissimi che stanno impedendo a molti cittadini di esercitare regolarmente il loro diritto di voto. In particolare, molti presidenti impediscono di votare a chi è sprovvisto di tessera elettorale, mentre il regolamento afferma con inequivocabile chiarezza che per accedere alle urne è sufficiente il documento di identità».
Il Comune ribatte spiegando di aver diffuso regolare comunicazione ai seggi con la chiara indicazione che: «La tessera elettorale, eventualmente esibita, non deve essere timbrata dal Presidente come attestazione di voto».