Viganò manda una lettera a McCarrick, «rompi il silenzio e racconta la verità sulla pedofilia»

Viganò manda una lettera a McCarrick, «rompi il silenzio e racconta la verità sulla pedofilia»
di Franca Giansoldati
Lunedì 14 Gennaio 2019, 14:57 - Ultimo agg. 15:42
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Città del Vaticano – L'arcivescovo Carlo Maria Viganò torna a farsi sentire dal suo buen retiro segreto e con una lettera pubblica si rivolge direttamente all'ex cardinale statunitense McCarrick chiedendogli di vuotare il sacco, di raccontare la verità, di pentirsi pubblicamente. La storia di McCarrick è emblematica di una Chiesa che fa fatica a fare pulizia al suo interno delle mele marce. Questo potente cardinale emerito di Washington, nonostante il conclamato vizio di abusare dei giovani seminaristi della sua diocesi, ha sempre goduto di rapporti di favore in Vaticano che, nel corso dei decenni, lo ha promosso prima arcivescovo e poi cardinale. E questo a dispetto delle voci su di lui.

In curia per decenni i vertici hanno scansato il problema, anche perchè McCarrick è sempre stato molto generoso con le offerte a sostegno delle attività pastorali della Santa Sede. Papa Benedetto quando era in carica sembra abbia cercato di metterlo all'angolo ma senza troppo successo. Anzi. Le voci interne raccontano di come un provvedimento punitivo fosse finito al centro di una riflessione ma che alla fine non era opportuno umiliare fino a quel punto un membro del Collegio Cardinalizio. Fatto sta che non fu mai reso noto nulla. Il cardinale McCarrick per un certo periodo ha potuto godere della fiducia anche di Papa Francesco che però, l'anno scorso, con un provvedimento durissimo lo ha cacciato dal collegio cardinalizio. Non solo. Ha ordinato l'apertura di un processo alla Congregazione della Fede visto che era stata deposta la denuncia di una vittima, che all'epoca degli abusi era minorenne. McCarrick ora rischia con ogni probabilità la riduzione allo stato laicale.

Viganò inizia la sua lettera aperta ricordando a McCarrick che su di lui pendono accuse per crimini contro minori e per abusi contro seminaristi. «Qualsiasi sia la decisione presa dall’autorità suprema della Chiesa, quello che davvero importa e che ha addolorato quelli che le vogliono bene e pregano per lei, è il fatto che durante questi mesi lei non abbia mai dato alcun segno di pentimento. Io sono tra quelli che pregano per la sua conversione, perché lei si penta e chieda perdono alle vittime e alla Chiesa». Viganò lo incalza.

Il tempo sta per finire, ma lei può ancora confessare e pentirsi dei suoi peccati, crimini e sacrilegi, e farlo pubblicamente, dato che essi sono diventati pubblici. La sua salvezza eterna è a rischio.Ma qualcos’altro di estrema importanza è anche in gioco. Lei è in una condizione in cui può fare per la Chiesa qualcosa più importante di tutte le buone opere che lei abbia mai fatto durante tutta la sua vita. Un pentimento pubblico da parte sua procurerebbe una misura straordinaria di guarigione ad una Chiesa gravemente ferita e sofferente. È disposto ad offrire alla Chiesa questo dono?»
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