Il Papa: «Abortire è come affittare un sicario per risolvere un problema»

Il Papa: «L'aborto è come affittare un sicario per risolvere un problema»
Il Papa: «L'aborto è come affittare un sicario per risolvere un problema»
Mercoledì 10 Ottobre 2018, 10:22 - Ultimo agg. 20:26
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Città del Vaticano – L'aborto è un omicidio. Anche a poche settimane di vita sopprimere un feto (che è un essere umano) è come «affittare un sicario». Papa Francesco dedica l'udienza del mercoledì al tema della tutela della vita che, anche da un punto di vista legislativo, dice, deve iniziare dal grembo materno. «Un approccio contraddittorio consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti». Per i cristiani si tratta di non infrangere il Quinto Comandamento: «Non uccidere».
 



Un comandamento che, «come muraglia che è a difesa del valore basilare nei rapporti umani: il valore della vita». Un valore che non è solo messo in pericolo dalle guerre, «dalle organizzazioni che sfruttano l’uomo, dalle speculazioni sul creato e dalla cultura dello scarto, e da tutti i sistemi che sottomettono l’esistenza umana a calcoli di opportunità, mentre un numero scandaloso di persone vive in uno stato indegno dell’uomo». Si tratta anche della vita che nasce. «Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema? Cosa pensate voi? E’ giusto?» Da piazza San Pietro si alza un grido. No. Il Papa però riprende a parlare nel microfono e insiste. E’ giusto o no? La risposta che arriva dalla folla è la stessa. No. Francesco continua: «E’ giusto affittare un sicario per risolvere un problema?» La risposta è ancora no. «Non si può, non è giusto fare fuori un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema».

Il Papa indica che l’origine di violenza e rifiuto della vita è nella paura perché l’accoglienza dell’altro è una sfida all’individualismo:
«Pensiamo, ad esempio, a quando si scopre che una vita nascente è portatrice di disabilità, anche grave. I genitori, in questi casi drammatici, hanno bisogno di vera vicinanza, di vera solidarietà, per affrontare la realtà superando le comprensibili paure. Invece spesso ricevono frettolosi consigli di interrompere la gravidanza, cioè è un modo di dire: interrompere la gravidanza significa fare fuori uno, direttamente».

In realtà «un bimbo malato è come ogni bisognoso della terra», come un anziano che necessita di assistenza, come tanti poveri che stentano a tirare avanti: sono «un dono di Dio che può tirarmi fuori dall’egocentrismo e farmi crescere nell’amore», dice Francesco. E’ quindi la stessa «vita vulnerabile» ad indicare la via d’uscita per «salvarci da un’esistenza ripiegata su se stessa e scoprire la gioia dell’amore». E in questo senso, Francesco ringrazia più volte i tanti volontari, il volontariato italiano che – dice – è il più forte che io abbia conosciuto.

 

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