Milei dal Papa con biscotti e dolci, a via della Conciliazione ferma l'auto per far foto coi turisti, 1 ora di colloquio papale, un record

L'arrivo di Milei al Cortile di San Damaso in Vaticano
L'arrivo di Milei al Cortile di San Damaso in Vaticano
di Franca Giansoldati
Lunedì 12 Febbraio 2024, 09:46 - Ultimo agg. 12:35
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L'auto presidenziale ha imboccato via della Conciliazione scortata dalla sicurezza poi a metà percorso si è improvvisamente fermata. E' sceso in fretta il presidente Javier Milei a scattare alcune fotografie, come un turista qualsiasi, e salutare un gruppo di turisti argentini che si erano appostati per fargli un saluto sapendo che a quell'ora si sarebbe diretto dentro al Vaticano per la visita con il Papa. L'intermezzo ha mandato in tilt la sicurezza che ha fatto cordone attorno a lui. Il tempo di qualche minuti, uno scambio di battute e poi il convoglio presidenziale ha ripreso la marcia per varcare il confine. Prima tappa prevista: il Cortile di San Damaso dove lo attendeva un tappeto rosso e padre Leonardo Sapienza, il reggente della Casa Pontificia che dava il benvenuto all'ospite accompagnato dalla sorella.

Come prevede il cerimoniale Milei ha salutato uno ad uno tutti i gentiluomini di Sua Santità che hanno il compi di scortarlo ha fatto un cenno al picchetto delle guardie svizzere e poi è stato accompagnato dentro al Palazzo Apostolico per il colloquio con Papa Francesco. In dono Milei gli ha portato una copia autografa del cancelliere Jose Maria Gutierrez a Juan Bautista Alberdi che lo accredita come rappresentante in Europa (maggio 1854), una cartolina commemorativa delle poste argentine di Mama Antula, la prima santa argentina canonizzata ieri dal pontefice e i dolci preferiti da Bergoglio: il dulce de leche e dei biscotti al limone di una particolare marca di una pasticceria di Buenos Aires. 

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Prima di lui il Papa ha ricevuto la presidente della Tanzania.

Per lei venticinque minuti di colloquio compreso lo scambio dei doni. Francesco gli ha donato una scultura in bronzo intitolata dialogo tra generazioni e alcuni documenti papali, mentre la presidente Samia Suluhu Hannan la riproduzione in legno di una tipica porta di Zanzibar e una croce pettorale l'oro con una pietra di tanzanite. 

Il colloquio a tu per tu tra il Papa e Milei nello studio è durato un'ora esatta, un tempo decisamente considerevole per la media delle udienze di stato. Hanno parlato a lungo: segno di grande interesse ai vari argomenti affrontati, in primis il futuro del loro paese attraversato da una crisi sociale ed economia giudicata preoccupante. Un comunicato riassuntivo della Santa Sede sottolineava la natura cordiale dell'incontro e le buone relazioni con l'Argentina oltre «alla volontà di rafforzarle ulteriormente. Ci si è poi soffermati sul programma del nuovo Governo per contrastare la crisi economica. Nel prosieguo della conversazione, sono stati toccati alcuni temi di carattere internazionale, in particolare i conflitti in atto e l’impegno per la pace tra le nazioni».

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Ieri in basilica Papa Francesco e Milei si sono abbracciati dopo la messa di canonizzazione di Santa Mama Antula. Non sono mancate persino battute e risate. Il Papa appena lo ha visto ha scherzato: “Ah vedo che non ti sei tagliato i capelli”. E Milei: “Non posso crederci di essere qui. Posso darti un bacio?” “Si, figlio, si”. A quel punto Milei si è avvicinato veloce, si è chinato e ha avvolto il Papa stringendolo. “E' un piacere vederti e grazie per essere venuto fino a qui, che Dio ti benedica”. L'incontro è proseguito con le presentazioni, sempre calorose, di alcuni dei membri del seguito. Dopo il Vaticano Milei stamattina andrà al Quirinale dal presidente Mattarella e poi dalla premier Meloni. 

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Il linguaggio corporale – che solitamente racconta molto di più delle parole – già ieri ha indicato che tra il Papa e Milei si è stabilita una potenziale disponibilità di collaborazione. Tra i vari miracoli attribuiti a santa Mama Antula gli argentini - dopo l'abbraccio di ieri - hanno iscritto anche questo iniziale atto di pacificazione. Qualcosa di impensabile fino a qualche mese fa quando era in corso la campagna per le presidenziali. Milei all'epoca descriveva Bergoglio come un “comunista diabolico”, un “anticristo”, un “somaro”. Offese che il Papa ha derubricato, spiegando che non bisogna basarsi su ciò che un politico dice prima delle elezioni. Quello che conta sono i fatti concreti del dopo, quando andrà a governare. 

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Già durante la messa Bergoglio nell'omelia, parlando di un passo del Vangelo che riguarda i lebbrosi, aveva affrontato il tema a lui più caro in assoluto, la tutela delle fasce deboli della popolazione. Il messaggio era rivolto a Milei. «Quante persone sofferenti incontriamo sui marciapiedi delle nostre città! Anche nel nostro tempo c’è tanta emarginazione, ci sono barriere da abbattere, “lebbre” da curare. Ma come?» 

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Milei è un economista neoliberista che ha in mente un programma di lacrime e sangue. La riforma per risollevare l'economia argentina afflitta da un tasso altissimo di inflazione e un'impennata della povertà consiste nella deregolamentazione e in tagli draconiani al settore pubblico. Proposte che lo hanno portato in rotta collisione con tutti i sindacati e le opposizioni. La Legge Omnibus è stata poi stoppata in Parlamento e il governo ha deciso di ritirarla. Ora dovrà ricominciare dalle commissioni. Nel frattempo proprio mentre Milei era in viaggio in Italia ha fatto sapere che vuole procedere al rimpasto di governo e ad una alleanza con Macrì. "La casta si è opposta al cambiamento che gli argentini hanno votato” ha scritto su X. Di cose da parlare Milei e il Papa ne hanno tantissime: a cominciare dal bisogno di pace sociale. Naturalmente non mancherà uno scambio su Israele, visto che il presidente argentino ha annunciato di trasferire l'ambasciata a Gerusalemme, esattamente come fu fatto a suo tempo da Trump. Milei vuole tornare a casa con la promessa papale di un viaggio in Argentina. 

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