Il sindaco leghista blocca la Scuola Normale a Napoli: «Il Sud voleva quel marchio solo per farci concorrenza»

Il sindaco leghista blocca la Scuola Normale a Napoli: «Il Sud voleva quel marchio solo per farci concorrenza»
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 13 Dicembre 2018, 11:00 - Ultimo agg. 13:51
3 Minuti di Lettura
«Ho fatto una battaglia e l'ho vinta, la Normale di Pisa resta dove deve stare, a Napoli la Federico II si attrezzi in maniera diversa». Michele Conti, sindaco leghista di Pisa, ha scritto un post su Facebook precisando che la Scuola Normale «è salva» e che «al sud non verrà istituita nessuna scuola secondaria».

Ha parlato addirittura di risultato storico, ma dov'è il problema della creazione di una sede della Normale a Napoli?
«In questa città abbiamo perso tutto a partire dagli anni 60: la Marzotto non c'è più e tante industrie del tessile si sono spostate altrove, ma pure la Richard Ginori, le ferrovie, i distretti militari. La nostra città è stanca della depredazione continua delle proprie eccellenze, meritiamo rispetto».
 
Paragona industrie o infrastrutture con l'università? Un luogo dove lo scambio di saperi e conoscenze dovrebbe essere il minimo presupposto per fare cultura.
«Ma è una questione storica. Non capisco perché con il nome della Normale doveva essere aperto per così dire un punto vendita da un'altra parte. Non sarebbe stato giusto».

Seguendo il suo ragionamento non sarebbe nata neppure la Normale che nell'1800 nacque per volere di Napoleone come succursale della Scuola di Parigi.
«E al Sud invece nascerà una scuola meridionale ad ordinamento speciale, se alla Federico II saranno bravi magari tra dieci anni la loro istituzione potrà fare concorrenza alla nostra Normale. Dimostrino di saper lavorare. Noi già sappiamo come sarebbe andata a finire: sarebbe stata aperta la succursale in via sperimentale per tre anni, poi magari a Napoli avrebbero avuto l'autonomia e così utilizzavano il marchio della Normale per portare ricchezze solo al Meridione. Io faccio il sindaco di Pisa e so l'indotto che crea l'università sul territorio. Prima prendevano il simbolo e poi ci facevano concorrenza».

Lei su Facebook ha parlato di Sud quasi stimolando quegli istinti che purtroppo ben conosciamo nei confronti dei napoletani e dei meridionali. Un leghismo di prima maniera?
«Io ho scritto Sud perché è lì che è nata la questione, ma sarebbe stato lo stesso per Rovigo o per Milano. Poi qui in Toscana siamo terra di campanili, è normale che ci sia rivalità, ma questo avviene anche con Firenze o altre città della regione».

Non stride questo campanilismo quando il suo leader Salvini viene a prendere voti al Sud e abolisce la parola Nord dal simbolo?
«Salvini fa bene e la Lega è già un partito nazionale che ormai viaggia con picchi di consenso altissimi in ogni parte d'Italia, ma io devo difendere la città che amministro e sono sicuro che quel progetto avrebbe finito per rendere la sede napoletana antagonista a quella pisana. I napoletani devono essere comunque contenti perché è grazie alla Lega se finalmente anche al Sud ci sarà la prima scuola di ordinamento speciale con 50 milioni che saranno stanziati. Ringrazio il ministro Bonisoli di questo e soprattutto perché ha compreso che la specialità di Pisa non andava toccata».
© RIPRODUZIONE RISERVATA