Piante, in azione almeno 12 killer: è emergenza verde in Italia

Piante, in azione almeno 12 killer: è emergenza verde in Italia
di Maria Pirro
Lunedì 31 Dicembre 2018, 10:00 - Ultimo agg. 15:56
3 Minuti di Lettura
Il rischio infestazione è alto: «Perché la mosca orientale della frutta è estremamente prolifica e può intaccare circa 230 specie vegetali. È un parassita difficile da eradicare. Ma il numero di insetti finora catturati in Campania appare esiguo. Si può, dunque, tentare di bloccare sul nascere qualsiasi focolaio». Matteo Lorito, direttore del dipartimento di Agraria dell'università Federico II, coordina UrCoFI, la rete di monitoraggio che ha consentito di individuare i nuovi pericoli per le colture e far scattare l'allerta. Ma questa non è l'unica emergenza fitosanitaria in corso: tra quelle principali, ce ne sono almeno cinque nella regione e una dozzina in Italia.
 
Spiega l'esperto: «La grande varietà alimentare e la disponibilità di prodotti a prezzi contenuti, che spesso e volentieri travalica il limite delle stagioni e dei confini geografici, hanno un costo in termini di insidie connesse alla movimentazione globale di merci, uomini e animali». I controlli nei punti di ingresso riescono a tenere fuori dai confini nazionali molti agenti patogeni da quarantena, ma non mancano i punti di debolezza. Uno su tutti: il sistema di sorveglianza è affidato alle Regioni e non centralizzato. «Ovviamente, la stessa evoluzione della specie rende i parassiti più aggressivi», aggiunge Lorito, citando i casi più emblematici, come la Peronospora della patata che ha causato più di un milione di morti per fame oppure il cancro del castagno che ha distrutto quasi per intero il patrimonio del nord America.

Ancora: la fillossera delle vite e, più recentemente, il punteruolo delle palme, che continua ad attaccare e falcidiare gli alberi anche a Napoli. E la batteriosi del kiwi, altra emergenza in corso in tutta Italia con una riduzione del 30 per cento dei frutti prodotti. E la xylella sugli olivi del Salento che si sta cercando di limitare con un sistema di zone di contenimento. E il Cinipide del castagno che ad annate alterne riduce ancora fino al 70 per cento del raccolto, specialmente in Irpinia e Sannio. «Abbiamo, comunque, strumenti sempre più raffinati di analisi e lotta ai parassiti, che possono essere molto efficaci almeno per mantenere basso il livello di infezione o infestazione». Bisogna però utilizzare metodi e prodotti con meccanismi d'azione diversi, altrimenti «si osserva quasi immancabilmente l'insorgenza di patogeni resistenti». Ed è per questo motivo che numerose molecole pericolose oggi sono escluse dalla lista dei medicinali a disposizione del fitopatologo o dell'entomologo e gli antibiotici in Italia vietati in agricoltura. «Se ne usano, tuttavia, migliaia di tonnellate in altri paesi, grandi produttori di derrate alimentari che peraltro anche noi consumiamo», neutralizzando in parte le contromisure nazionali. «Ovviamente, altre preoccupazioni sono dovute anche agli effetti collaterali dei trattamenti fitosanitari autorizzati nella penisola», avvisa il docente universitario, segnalando tra questi l'inquinamento delle falde acquifere determinato dai pesticidi e indicato nell'ultimo rapporto Ispra.

Che fare innanzitutto contro la mosca orientale della frutta? «Il piano d'azione, come negli altri paesi dove è già presente, consiste appunto nell'applicare più metodi e strategie, dall'utilizzo di insetticidi alla valutazione delle zone di diffusione tramite un algoritmo. «La soluzione ideale», prosegue Lorito, «è trovare un altro insetto (un suo parassitoide o un parassita) in grado di controllare l'altro, magari in combinazione con un insetticida di origine naturale e a basso impatto ambientale». Occorre fare in fretta. «Un ulteriore rischio è il danno economico dovuto alle restrizioni spesso generiche dell'export di prodotti provenienti dalle zone potenzialmente interessate dall'emergenza fitosanitaria», ragiona Lorito. Il commercio potrebbe infatti essere sospeso a stretto giro: ispettori da Bruxelles sono in arrivo il 14 gennaio nella regione. «L'obiettivo è anche fornire tutte le necessarie assicurazioni sia all'Unione europea sia ai mercati, cercando di evitare o minimizzare gli effetti negativi sulle esportazioni dei nostri prodotti ortofrutticoli», conclude il docente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA