Il ritorno del morbillo: duemila contagi in tutta Italia ma il trend è in calo

Il ritorno del morbillo: duemila contagi in tutta Italia ma il trend è in calo
di Ettore Mautone
Lunedì 12 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:56
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Allarme morbillo: in Italia, nonostante il miglioramento delle coperture vaccinali degli ultimi anni, il virus che provoca la malattia circola ancora in maniera massiccia. Secondo i dati diffusi dall'Istituto superiore di sanità, dal 1° gennaio al 30 settembre 2018 nel nostro Paese sono stati segnalati 2.295 casi (a fronte di 19 casi di rosolia).

Un trend in diminuzione ma non ancora ai livelli attesi per scongiurare allarmi epidemici. Nell'ultimo anno l'88,2 per cento dei casi di morbillo si sono verificati in 7 Regioni (in Sicilia l'incidenza più elevata). L'età media dei contagiati è di 25 anni, 440 casi si sono verificati in bambini di età inferiore a 5 anni, di cui 143 avevano meno di 1 anno. Segnalati inoltre due nuovi decessi in adulti, di 29 e 51 anni, avvenuti in Sicilia, rispettivamente nei mesi di giugno e maggio, in prossimità del picco di massima incidenza.
 
Anche se diminuiscono i casi il nostro Paese resta comunque tra quelli in Europa dove il morbillo è diffuso. I casi registrati tra giugno del 2017 e giugno del 2018 ammontano a 2.622, in valore assoluto il numero più alto anche della Grecia (che con 1.833 casi ha il tasso più elevato rispetto alla popolazione). In percentuale i casi registrati in Europa (9072) rappresentano nell'ultimo anno ben il 25 per cento di tutti quelli dell'Unione europea. I dati sono quelli dell'ultimo aggiornamento sul morbillo dell'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Nel solo mese di giugno 2018 sono 17 (su 30) i paesi dell'Unione europea che hanno segnalato casi di morbillo per un totale di 1.054. Il sistema di sorveglianza internazionale con Francia, Germania, Grecia, Italia, Regno Unito e Romania che hanno continuato a riportare elevati numeri di casi, sebbene con una tendenza decrescente.

L'ultima epidemia di morbillo si è verificata in Italia nel 1997, con circa 41 mila casi notificati. Da allora la malattia è andata costantemente diminuendo fino al nuovo picco epidemico del 2002 quando la percentuale di bambini vaccinati entro i 24 mesi era ancora molto bassa inferiore all'80 per cento e in molte aree del Mezzogiorno non raggiungeva il 60 per cento con la Campania che deteneva il record negativo in Italia (53 per cento). In quell'anno, proprio in Campania, ci fu una delle più gravi epidemie di morbillo e si registrarono 17 mila casi in età pediatrica in soli quattro mesi e tre morti.

«Quando si parla di prevenzione del morbillo - avverte Carlo Tascini, direttore della prima divisione di Malattie infettive dell'ospedale Cotugno di Napoli - trovo incomprensibile il grave arretramento che l'Italia, e il Sud in particolare, hanno registrato negli ultimi anni riguardo alla vaccinazione. Arretramento sotto i livelli di guardia su cui c'è stato anche un richiamo dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Va dunque ricordato, a pazienti e famiglie, che questa malattia infettiva in un caso su mille dà luogo ad encefaliti di cui alcune mortali mentre il vaccino provoca aventi avversi, peraltro a decorso benigno, in 1 caso su 1 milione di profilassi effettuate. Io sono un clinico, non mi occupo di vaccinazioni, ma non riesco a capire come si possano sostenere le ragioni dei no-vax rispetto a questi numeri. Lo stesso discorso - aggiunge Tascini - vale per le meningiti sia da pneumococco sia da meningococco che si avvalgono di efficaci vaccini. Sono malattie infettive rare ma con un 70 per cento di mortalità quando evolvono in sepsi e che ancora non riscontrano la massiccia adesione alla profilassi (consigliata ma non obbligatoria) che ci si aspetterebbe». La paura di eventi avversi? «È irrazionale e ingiustificata - conclude il clinico - sia per il morbillo e ancora più per la meningite, che utilizza antigeni proteici purificati dove non c'è più traccia dell'agente infettivo. Anche il motorino può causare cadute, è molto più pericoloso dei vaccini, ma tutti lo comprano e si dotano del casco».

Ma la Campania è ora in forte recupero sulle vaccinazioni, obbligatorie e non.

Nell'ultimo anno e mezzo, da partire dalla legge sull'obbligo vaccinale ha rapidamente scalato, e in alcuni casi superato, i target attesi dal monitoraggio degli organismi sanitari di sorveglianza nazionale. Nel 2016, prima della vigenza dell'obbligo, registrava una copertura dell'83,79 per cento, per la trivalente (morbillo, parotite e rosolia) effettuata per i nati del 2014 entro i primi 2 anni di vita. Dato che raggiungeva il 92,70 per cento per l'esavalente e il 44,5 per cento per la varicella (solo un anno fa entrata nel novero delle obbligatorie). Dopo il varo della norma che ha reso obbligatorie tali vaccinazioni, da luglio del 2017 a febbraio del 2018 il dato sull'esavalente ha guadagnato 2,7 punti (95,48) andando oltre la media nazionale. Quello sulla trivalente (tra cui il morbillo) ha recuperato l'8,7 per cento (93 per cento) e anche la varicella è andata al 58,9 per cento recuperando oltre 14 punti.

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