Blitz della Grillo sul Consiglio Sanità: è sfida sul presidente

Blitz della Grillo sul Consiglio Sanità: è sfida sul presidente
Blitz della Grillo sul Consiglio Sanità: è sfida sul presidente
di Simone Canettieri
Sabato 19 Gennaio 2019, 07:41 - Ultimo agg. 14:42
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Il blitz è pronto. La prossima settimana il ministro Giulia Grillo firmerà i decreti di nomina dei 30 componenti del nuovo Consiglio superiore della sanità, dopo il colpo di spugna dello scorso 3 dicembre. La lista è «blindatissima». Ci saranno «molte novità, alcune di queste davvero di rottura», trapela dal dicastero della grillina. Lo scoglio da superare in queste ore riguarda il successore di Roberta Siliquini. E cioè il vertice dell'organo tecnico-consultivo saltato un mese e mezzo fa, senza preavviso. Manca, appunto, l'accordo con la Lega. Perciò in queste ore si susseguono le riunioni per arrivare a una «quadra». Per il Carroccio la pratica è portata avanti da Luca Coletto, neo sottosegretario alla Salute nonché già assessore regionale in Veneto con Zaia, e dall'omologo Armando Bartolazzi.

LA STORIA
Quello del Css è il nuovo fronte pronto ad aprirsi all'interno della maggioranza giallo-verde. La pratica è più delicata di quanto sembri, soprattutto per le polemiche delle ultime settimane. A nome del governo si è esposto il ministro per i Rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro: «L'istruttoria sarà compiuta sulla base della competenza e del merito e che, come per le nomine già effettuate, porterà alla selezione di personalità di alto valore scientifico a prescindere da ogni logica di appartenenza politica».
Un concetto ribadito nei giorni scorsi anche da Pierpaolo Sileri, presidente (M5S) della commissione Salute in Senato. Il quale ha lasciato rotolare nell'aria anche un messaggio ai naviganti (e forse agli alleati): «Sarebbe grave se ci fossero persone con conflitti d'interesse o reati a proprio carico, per esempio contro la pubblica amministrazione. Ecco, da questo dobbiamo assolutamente tutelarci».
La tensione dunque c'è, e cova sotto la cenere. Soprattutto perché si sta arrivando alla stretta finale e la Grillo ha fretta di chiudere prima possibile.
Saranno confermati nel nuovo consiglio Silvio Garattini (scienziato italiano e ricercatore scientifico in farmacologia) e Bruno Dallapiccola, già ordinario di Genetica medica e oggi direttore scientifico dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Gran parte dell'assemblea (nella quota dei membri non di diritto) sarà però rivoluzionata. Si preannuncia una scelta «in discontinuità» rispetto al precedente corso per l'organismo che il ministero deve consultare obbligatoriamente in certi casi, ma che ha anche la possibilità di proporre pareri su questioni che ritiene rilevanti.
I primi giorni dell'anno, dopo la revoca dei 30 (gli altri sono dirigenti), la vicenda ha avuto un altro colpo di coda. E cioè il presunto dossieraggio del ministero sui legami politici dei membri rimossi. Una polemica che ha fatto esporre anche il premier Giuseppe Conte, che ha definito l'istruttoria interna «senza rilievi ai fini delle valutazioni istituzionali di competenza del ministro». «Fesserie», per la Grillo, che poi ha spiegato: «Ho dichiarato che alcuni ex componenti avrebbero potuto essere rinominati, mi interessava avere qualche informazione». Una bufera che ha fatto insorgere le opposizioni, pronte a gridare «all'emergenza democratica». Un'indagine arrivata a posteriori che non ha influenzato i giudizi, è stata invece la difesa d'ufficio del Movimento. Ma anche quest'ultima mossa ha un peso nell'economia di tutta l'operazione. Ecco perché il ministro vuole prima trovare un accordo con la Lega per presentare tutto il pacchetto di nomine. Altrimenti, potrebbe procedere con gli altri 29, lasciando il presidente in sospeso, in attesa di un'intesa con i contraenti di Salvini. C'è infine un altro aspetto. All'interno del M5S, soprattutto tra chi si occupa di sanità, tiene ancora banco la vicenda del patto per la scienza firmato da Beppe Grillo. Il Garante, una settima fa, ha aderito a una sorta di gentlemen's agreement proposto dall'immunologo Roberto Burioni per sostenere la ricerca scientifica e contrastare la pseudomedicina. Una scelta di campo - condivisa anche da Matteo Renzi - così forte da spaccare il Movimento, che annovera tra le sue fila anche convinti No Vax. Un'altra grana che in qualche modo ha coinvolto il ministro della Salute, finita nel mirino dopo le polemiche dimissioni del presidente dell'Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi a causa delle «posizioni antiscientifiche» da lui attribuite al governo. Un quadro complicato che peserà anche sulla geografia del nuovo consiglio.

 
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