Tajani e il Sud: «Europee, Berlusconi candidato a Napoli»

Tajani e il Sud: «Europee, Berlusconi candidato a Napoli»
di Paolo Mainiero
Venerdì 13 Luglio 2018, 09:29 - Ultimo agg. 18:17
4 Minuti di Lettura
Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, oggi sarà a Visciano per una iniziativa del partito.

Presidente, è facile parlare di Sud...
«Non per Forza Italia, l'unico partito ad occuparsene seriamente. Il Mezzogiorno per noi è una priorità e gli elettori lo hanno capito premiandoci sia in Molise che alle amministrative. Siamo vivi e saremo competitivi, anche alle europee del prossimo anno. Berlusconi sarà candidato, magari anche a Napoli, per guidare la riscossa del Sud. Negli ultimi venti anni nessuno ha fatto per il Sud quanto hanno fatto i governi guidati da Berlusconi».

Oggi, invece...
«Il Sud è scomparso, abbandonato da tutti. Il M5s ha preso i voti ed è scappato. Non ha una proposta, non ha un'idea».

Di Maio vuole il reddito di cittadinanza.
«E con quali fondi?».

Dice che sarà finanziato con i fondi europei?
«È impossibile. Il commissario europeo per il Lavoro e gli Affari sociali, Marianne Thyssen, è stato chiaro con Di Maio, gli ha spiegato che non si può fare, non l'ha mai fatto nessuno Stato europeo. Ma al di là di tutto, c'è una questione di principio. Il Sud ha bisogno di strategie, non di elemosine».

E questo governo non ha una strategia?
«Non esiste una sola idea di Mezzogiorno. Il Sud ha una naturale vocazione industriale ma le imprese meridionali sono penalizzate dalla mancanza di infrastrutture, anche digitali. Chi produce ha la necessità di trasportare i propri prodotti. E come li trasporta se l'Alta velocità si ferma a Salerno o se la rete stradale è carente e scadente? Per non parlare dei porti, assolutamente insufficienti».

 
In compenso cresce il numero dei laureati che vanno via.
«La fuga dei cervelli è un problema serissimo perchè decapita il Mezzogiorno della futura classe dirigente. È inaccettabile che le università investano su un capitale umano che non può essere utilizzato».

Ma per creare le infrastrutture occorrono i soldi e l'Italia ha dimostrato di non saperle spendere sempre bene.
«Non c'è dubbio. Non sempre c'è stata da parte delle Regioni una gestione attenta dei fondi europei. Per questo ho proposto un grande progetto per dar vita a un fondo europeo per il Sud che raccolga tutti i fondi comunitari non utilizzati nelle regioni meridionali, da mettere insieme con i soldi del piano Juncker, con i soldi della Banca Europea degli Investimenti e della Cassa Depositi e Prestiti. Un fondo per arrivare a una ventina di miliardi che potrebbe avere un effetto leva di circa 200 miliardi, il che significa poter realizzare 500mila posti di lavoro».

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, in una intervista a Il Mattino, ha sottolineato l'importanza di incentivi e sgravi per le imprese.
«Aiutare chi investe, chi assume, deve essere un dovere. È per questo che, oltre al pacchetto per gli investimenti nelle infrastrutture, occorre un taglio delle tasse alle piccole e medie imprese, concordando le modalità con la Ue e utilizzando le regole per gli aiuti di stato».

L'Ilva è il paradigma dei problemi del Sud?
«Chiudere l'Ilva è una follia, significa uccidere la produzione d'acciaio in Italia. Si possono conciliare politica industriale e politica ambientale e tocca al governo spiegare come. Certo, va tutelata la salute dei cittadini e va fatto di tutto per risanare e bonificare, ma l'industria va salvata».

Forza Italia ha criticato il decreto Dignità, sostenendo che penalizza le imprese. Il ripristino dei voucher potrebbe essere un primo passo per migliorarlo?
«I voucher in agricoltura e turismo sono essenziali per combattere il lavoro nero e la disoccupazione giovanile e per difendere il Sud. Tante imprese stagionali non possono assumere a tempo indeterminato e i voucher sono l'unica possibilità che hanno. Forza Italia è in prima linea in questa battaglia e mi sembra che nelle ultime ore Di Maio stia facendo marcia indietro».

Il governo è composto da una forza, il M5s, che, come lei dice, ha preso i voti ed è scappato, e da un'altra, la Lega, poco radicata al Sud. Chi pensa al Mezzogiorno?
«Forza Italia è l'unico partito che ha una strategia per il Sud. La nostra sarà una opposizione ferma ma costruttiva e mi auguro che la Lega si faccia carico delle nostre proposte, anzi delle proposte che facevano parte del programma elettorale del centrodestra».

Ma il centrodestra esiste ancora?
«Siamo alleati, insieme abbiamo vinto le regionali in Molise e Friuli, insieme abbiamo conquistato importanti comuni. Il prossimo anno si voterà in Basilicata e Abruzzo e proveremo a vincere anche lì per dare una prospettiva seria al Mezzogiorno».

Forza Italia resiste al Sud. Da vicepresidente del partito pensa che ci sia bisogno di una nuova classe dirigente?
«Non sono per la rottamazione. C'è bisogno di un rinnovamento di idee, di proposte, di azione politica. Certo, bisogna aprirsi, coinvolgere i giovani e le tante liste civiche che già alle ultime amministrative hanno sostenuto il nostro progetto. Ed è quello che faremo».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA