Berlusconi, affondo anti-5Stelle e apre al Pd. Strappo con la lega

Berlusconi, affondo anti-5Stelle e apre al Pd. Strappo con la lega
Venerdì 20 Aprile 2018, 10:39 - Ultimo agg. 21 Aprile, 09:30
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In campagna elettorale lo aveva definito «meteorina della politica». Ieri Silvio Berlusconi ha aggiornato il campionario di definizioni di Luigi Di Maio e i Cinque Stelle. «Sono gente buona a nulla: a Mediaset li prenderei per pulire i cessi», ha detto ieri il Cav dal Molise.

 



«Meglio vivere onestamente piuttosto che accordarsi con la mafia», è la risposta del senatore pentastellato Nicola Morra che ha appena letto la sentenza di Palermo sulla trattativa Stato-mafia. Ieri la coalizione di centrodestra è di nuovo saltata per aria con divisioni plastiche. Anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati ieri ha dovuto certificare davanti al Capo dello Stato le profonde difficoltà dovute alle «opinioni diverse». La maggioranza tra M5s e centrodestra non c'è. Esiste piuttosto un'intesa gialloverde e il Movimento ha chiesto a Salvini di pronunciarsi pubblicamente entro domenica sera. Sergio Mattarella si prenderà dunque una pausa e passerà un fine settima di riflessione. Se per lunedì non emergeranno fatti nuovi il Presidente della Repubblica potrebbe decidere di affidare un secondo mandato esplorativo, questa volta al presidente della Camera Roberto Fico.

ALLERGIA
Tutto questo succede mentre Berlusconi dal Molise sfoga la sua allergia ai Cinquestelle: «M5s vuole i nostri voti ma non noi. Nessun accordo è possibile: sono un pericolo per l'Italia e sono solo disoccupati che provano odio sociale. Gli italiani hanno votato molto male. Sono disgustato». E per ricordare all'alleato leghista e disubbidiente il perimetro democratico entro il quale intende muoversi annuncia pubblicamente di volere un esecutivo di centrodestra guidato da Salvini e che cerchi in Parlamento, anche tra «alcuni esponenti Pd», i voti per una maggioranza. Poi dice no a un governo «di responsabilità»: centrodestra al governo o voto anticipato. Subire il gran rifiuto di Di Maio che pure aveva osservato con curiosità, ha mandato su tutte le furie il Cav che ha definito il capo politico M5S un «ragazzotto con una buona parlantina», ma che «non ha mai combinato niente di buono per sé, per la sua famiglia, per il Paese. Non possiamo affidare l'Italia a gente come lui». Quindi, accompagnato dall'entusiasmo della folla, si è messo a suonare il bufù, un tradizionale tamburo a frizione della tradizione folk locale.
 

Da Salvini ieri sono arrivati silenzi, alzate di spalle, persino reprimende: «Sbaglia - commenta Salvini - quando dice che gli italiani votano male e ri-sbaglia quando dice che si deve riportare al governo il Pd».
Poi dal salone del mobile a Milano, dove arriverà oggi anche Di Maio, Salvini spiega: «Mentre io ero qui a parlare di costruzione gli altri si insultavano.
Mi spiace se lo fanno i 5 Stelle con cui ostinatamente e testardamente proverò fino in fondo per riconoscere il voto degli italiani. Mi spiace ancor di più se lo fa un alleato che fino a ieri chiedeva compattezza e oggi passa la giornata a insultare qualche milione di italiani e ipotizzare governi col Pd». I dem si godono lo spettacolo. «M5s e centrodestra sono irresponsabili. Nessuno ci dividerà mai», dice Maurizio Martina. Mentre Ettore Rosato e Andrea Marcucci escludono ogni ipotesi di appoggio del Pd al centrodestra.

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