La corsa al reddito premia il Sud; nel Nord-Ovest c'è l'effetto immigrati

La corsa al reddito premia il Sud; nel Nord-Ovest c'è l'effetto immigrati
di Luca Cifoni
Sabato 19 Gennaio 2019, 08:00 - Ultimo agg. 12:30
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Dove andrà il reddito di cittadinanza? La risposta semplice e in un certo senso attesa è che in proporzione andrà di più al Sud. Ma i molti paletti inseriti nella struttura del nuovo sussidio potrebbero alla fine disegnare un quadro più articolato: ad esempio una variabile importante sarà quella relativa al numero di stranieri che potranno accedere al beneficio. Il governo non ha fornito stime disaggregate per territorio dei destinatari, limitandosi ad indicare quale platea approssimata i circa 5 milioni di individui che si trovano in povertà assoluta (situazione che corrisponde a non poter sostenere la spesa per un paniere minimo di beni). Secondo le slides di Palazzo Chigi «il 47% dei beneficiari sarà al Centro-Nord e il 53% al Sud e Isole».
 
In realtà la suddivisione per macro-aree del fenomeno, indicata dall'Istat, è esattamente opposta, con il 47 per cento di poveri assoluti nel Mezzogiorno. In ogni caso siccome le Regioni meridionali sono complessivamente meno popolose (poco più di 20 milioni su 60, circa un terzo), i percettori di reddito di cittadinanza saranno proporzionalmente più numerosi in queste ultime.

Le aree del Paese in cui l'incidenza della povertà è minore, e nelle quali verosimilmente affluiranno meno redditi di cittadinanza, sono nell'ordine il Nord-Est e il Centro, entrambe poco sopra al 6 per cento. Un valore pari alla metà di quello di Sicilia e Sardegna prese insieme (12,7 per cento). L'incidenza è poco più bassa al Sud, isole escluse (10,8%) mentre nelle Regioni nord-occidentali (che comprendono la Lombardia) si attesta al 7,6 per cento. In questi ultimi territori però è probabile che possano accedere al reddito in misura consistente gli stranieri residenti del nostro Paese da almeno 10 anni, la cui presenza invece è molto limitata nel Mezzogiorno.

Proprio l'Istat ha calcolato che l'incidenza della povertà assoluta è particolarmente alta nelle famiglie composte di soli stranieri (29,2 per cento) mentre in quelle nelle quali sono presenti solo italiani si ferma al 5,1 per cento. Come detto però, la distribuzione della povertà è assoluta è solo un indicatore approssimato della futura destinazione del reddito di cittadinanza, che del resto - almeno per il primo anno - andrà ai nuclei familiari e non ai singoli. In realtà in base alle norme del decreto il sussidio sarà assegnato in base all'Isee e ad altri parametri. Una simulazione effettuata dalla Svimez proprio sulle famiglie con Isee fino a 9 mila euro (una soglia quindi vicina a quella effettivamente considerata) evidenzia comunque una distribuzione territoriale non troppo diversa: 50,3 per cento al Mezzogiorno e 49,7 al Centro-Nord. Di nuovo, i due pezzi del Paese si dividerebbero più o meno in parti uguali la platea, partendo però da popolazioni diverse. Il numero complessivo di nuclei familiari preso in considerazione è di oltre due milioni e mezzo, quindi maggiore sia di quello stimato per il reddito di cittadinanza (1,3 milioni circa) sia di quello delle famiglie in povertà assoluta (1,7 milioni). Ma questo probabilmente non cambia i rapporti di forza tra le varie ripartizioni territoriali.

L'analisi di Svimez permette di andare un po' più nel dettaglio almeno per quel che riguarda il Sud e le isole, prendendo in esame la presenza di nuclei con Isee fino a 9 mila euro, e dunque potenziali beneficiari, a livello delle singole Regioni. Il peso maggiore (quasi un terzo del totale delle famiglie meridionali) è quello della Campania, nella quale fa a sua volta la parte del leone la provincia di Napoli. Seguono la Sicilia e poi la Puglia. La distribuzione effettiva delle risorse dipenderà poi dal livello effettivo di reddito delle famiglie aspiranti beneficiarie: dove è relativamente meno elevato la somma corrisposta sarà un po' più alta.

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