Foa dunque si avvia a diventare presidente. Ma stamane alta tensione in Vigilanza. Francesco Verducci, del Pd, ha parlato di mercimonio, logiche spartitorie, inciuci e trattative sottobanco che avrebbero portato alla ricandidatura di Foa già bocciato dalla commissione il primo agosto scorso. Per il Pd è un atto illegittimo e giuridicamente inammissibile la ricandidatura dell'ex giornalista del Giornale.
Il dem Michele Anzaldi batte e ribatte su questo punto e ha ricordato in Vigilanza la vicenda Meocci, quando i consiglieri Rai «furono chiamati a risarcire 11 milioni».
E i 5 stelle? Gianluigi Paragone ha cercato di rassicurare i grillini, pronti a votare Foa per onorare il patto di maggioranza ma preoccupati di fare un favore al Cavaliere: «La Rai non è merce di scambio, ha bisogno di assumere la decisione che ritiene più opportuna, ha bisogno di chiudere questo processo decisionale». Intanto la commissione ha approvato l'emendamento del forzista Mulè con cui si richiede l'audizione del prossimo presidente indicato dal Cda Rai, prima di procedere con il voto finale in Vigilanza. «Sia Marcello Foa o Laganà o chiunque altro», precisa Mulé. Oggi pomeriggio nuovo round.