La carovana della Campania:
«Gli insulti? Acqua passata»

La carovana della Campania: «Gli insulti? Acqua passata»
di Carlo Porcaro
Lunedì 2 Luglio 2018, 08:49 - Ultimo agg. 09:24
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Da Napoli al vesuviano passando per i Monti Lattari, l’Irpinia e il profondo salernitano. Alla festa della Lega a Pontida sono accorsi in centinaia dalla Campania, la maggior parte in bus o auto private. Circa quattrocento secondo gli organizzatori. A quanto fatto trapelare, senza sentirsi stranieri in terra altrui o meglio – per usare una terminologia non affatto lontana nel tempo – “terroni in Padania”.

«Siamo una comunità, ci sentiamo tutti italiani che però adesso dicono basta agli immigrati», uno dei commenti ricorrenti tra i militanti made in Campania. «I pregiudizi nei nostri confronti? Goliardia passata, la gente comune è già avanti rispetto a differenze come Nord e Sud, destra e sinistra», spiega uno degli ultimi arrivati, il neo sindaco di San Giuseppe Vesuviano Vincenzo Catapano. Il faro è il Capitano, come tutti chiamano il leader, vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il quale, sabato sera nel colloquio informale con i dirigenti campani Gianluca Cantalamessa e Pina Castiello, ha ammesso di «voler trovare una data per venire a Napoli, dopo i tanti impegni di questo periodo».  
Giovani e meno giovani - con esperienza in altri partiti di destra o parvenu della politica - i vari Ezia Azzurro, Giovanni Rea, Christian Colucci, Mariano Falcone, Renzo Carusone hanno popolato il pratone di Pontida innalzando gli striscioni della propria terra di provenienza e portando prodotti agroalimentari locali per lo stand Campania. «Un lungo percorso ci ha portati fin qui, indietro certo non si torna», dice un salviniano napoletano di ferro come Michele Ammirati. Il cartello di stampo bossiano «Secessione» viene sminuito dal coordinatore regionale Cantalamessa: «Sarà stato pagato dai rosiconi», scherza. Per poi lanciare un paragone che suonerà ardito per molti elettori con il cuore a sinistra: «Sabato sera i sottosegretari si sono messi a cucinare pesto e piadine non davanti ai fotografi dando una grande lezione ai giovani: come alla festa de l’Unità la militanza coincide con la classe dirigente». 

I ragazzi del Sud hanno esibito una maglietta ognuno della propria terra per poi spiattellare il selfie d’ordinanza su Facebook. «Abbiamo avuto un’accoglienza affettuosa», la sorpresa degli iscritti dei paesi vesuviani. Il gemellaggio tra Regioni che si insultavano pochi mesi fa è passato per le tavole imbandite.

Ai meridionali poi non è passato inosservato l’impegno del ministro dell’interno alla lotta a camorra e mafia. «Milano e Napoli hanno gli stessi problemi ed abbiamo apprezzato le parole di Matteo: la camorra ci fa schifo», la convinzione del porticese Nicholas Esposito. «Per me è stata la quarta Pontida, ho visto la vera politica dove i dirigenti si mettono a disposizione dei giovani», il commento di un fedelissimo come Biagio Sequino da Calvizzano. 

La mescolanza di vessilli, cartelli, molti dei quali contrassegnati dai simboli a più alta carica identitaria della nostra terra, mozzarella e pasta di Gragnano per esempio, con altri invece riconducibili alla realtà settentrionale viene etichettata dalla Castiello come «un momento di saldatura dal grande significato simbolico che tende a dimostrare che si può e si deve essere uniti non mortificando le diversità, che anzi vanno esaltate. 

La Lega oggi aggiunge una ulteriore tappa al suo percorso evolutivo che mette l’Italia e gli italiani, senza distinzioni di sorta, al centro della propria missione politica: Salvini è artefice e, al tempo stesso, garante di questa grande e significativa svolta». Insomma una grande famiglia dove gli ultimi parenti sono acquisiti e non estranei da rispedire a casa propria.

Il 10 luglio le fila dei salviniani in Campania si ingrosseranno. Lo conferma subito dopo la festa terminata col comizio di un’ora di Salvini, Vincenzo Catapano neosindaco di San Giuseppe Vesuviano («Abbiamo superato gli steccati, come cinghia di trasmissione abbiamo il dovere di ascoltare la gente. Perciò abbiamo scelto la Lega che è vicino ai territori, San Giuseppe fattura tre milioni di euro l’anno ma i vecchi politici hanno abbandonato questa terra. Ritengo invece che il mio partito pesa dare le giuste risposte, ecco perché altri sindaci passeranno») mentre il consigliere comunale di Napoli Salvatore Guangi di Forza Italia non nasconde verso il leader leghista «la mia stima ed il mio apprezzamento per l’energia che profonde nel suo impegno politico, ma questa mia stima non significa affatto che sia in procinto di cambiare casacca».
 
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