Napoli, blitz di Salvini nella città delle bombe: «Prima mossa 200 sgomberi»

Napoli, blitz di Salvini nella città delle bombe: «Prima mossa 200 sgomberi»
di Gigi Di Fiore
Sabato 19 Gennaio 2019, 08:00 - Ultimo agg. 19:11
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Inviato ad Afragola

Fuori il Comune, dietro le transenne, ci sono almeno mille persone. «Matteo, Matteo» è il grido che accoglie il ministro dell'Interno, che arriva per la quarta volta in provincia di Napoli. Afragola, la città delle otto bombe in un mese contro esercizi commerciali. Afragola, la città dove Maurizio Invigorito, proprietario di un bar-tabaccheria, ha subito ben 12 rapine in due anni. Matteo Salvini arriva, accolto dal sindaco di centro destra, Claudio Grillo, che ha fatto affiggere manifesti rivolti «ai cittadini che potranno salutare il ministro in piazza Municipio». Prima di entrare nella sede comunale, il ministro saluta, stringe mani e, dietro le transenne gialle, nella folla che urla un uomo afferra la mano destra di Salvini come per stringerla e invece la bacia. Un gesto ripreso da un video, pubblicato in serata da molti i siti online, che richiama alla mente una foto del passato con protagonista Antonio Gava mentre riceve il baciamani.
 
L'ormai abituale giubbotto della polizia addosso, Matteo Salvini parte subito con la notizia: nei prossimi giorni inizieranno gli sgomberi di almeno 200 famiglie che da anni occupano abusivamente alloggi popolari nel degradato rione Salicelle. Dice: «Sarà un segnale di legalità, a favore della gente perbene di Afragola e contro chi da una trentina d'anni infrange la legge». E ironizza: «Lo faremo con le buone maniere, come siamo abituati, verificando la legittimità a stare nelle case. Non è possibile che, in quella zona, un terzo delle case sia occupato abusivamente. Parte la guerra all'illegalità».

La ricetta salviniana è più agenti, più videosorveglianza, ma anche ripristino di legalità sul territorio. Spiega: «Lo Stato c'è, io come ministro dell'Interno ho impegnato soldi per assicurare più forze dell'ordine, preferendo che stiano in strada e non negli uffici. Nel decreto sicurezza, poi, ci sono norme per assumere agenti della polizia locale, ma anche per intervenire contro i parcheggiatori abusivi».

Il corteo di auto entra nel rione Salicelle e si dirige nella sede del commissariato di polizia. Ma prima Matteo Salvini incontra don Ciro Nazzaro, il parroco della chiesa di San Michele che da 29 anni è impegnato in questa difficile realtà sociale. Ne ascolta l'attività, prende notizie sul centro polifunzionale avviato nel 2017, poi vuole sentire le difficoltà dei responsabili delle forze dell'ordine nel rione. In tutto, tra commissariato e stazione dei carabinieri, sono in servizio 140 persone. Una signora disabile, quando esce dalla stazione dei carabinieri, gli chiede: «Io ho difficoltà, mi lascerete nella mia casa?» E il ministro le risponde: «Faremo gli sgomberi rispettando le leggi e le priorità, ma bisogna intervenire sugli occupanti abusivi». La signora va via, rassicurata ma piena di preoccupazioni.

Dodici rapine in due anni, per danni da 150mila euro. Quasi un record per Maurizio Invigorito e la sua attività in via Meridionale. Matteo Salvini entra nel suo bar-tabaccheria dove Maurizio lo attende insieme con i 5 dipendenti e i figli. Salvini ascolta, ancora una volta rassicura e poi dice: «Se voi ci siete e denunciate e resistete, lo Stato c'è sempre». E Maurizio gli risponde: «Noi ci siamo».

Un altro incontro faccia a faccia c'era stato all'arrivo, alle due del pomeriggio, in una sala riservata dell'aeroporto di Capodichino. Ad aspettare il ministro, c'era Gino Sorbillo, il pizzaiolo napoletano di via Tribunali a Napoli vittima di un attentato. Sorbillo gli annuncia la prossima riapertura del suo locale, danneggiato da una bomba all'ingresso. E Salvini gli dice: «Bene, mangerò presto una bella pizza».

Incontri, strette di mano, selfie con la gente, ma ci sono anche le polemiche a distanza, nel pomeriggio campano di Salvini. Botta e risposta con Roberto Saviano, che aveva scritto di «passerelle del ministro». La risposta: «Non perdo tempo a leggere cosa scrive Saviano, non me ne può fregare di meno. Gli auguro tanta fortuna con le parole, come ha fatto in questi anni. Io penso ai fatti». Al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che aveva annunciato l'iscrizione all'anagrafe degli extracomunitari accolti per motivi umanitari, la replica è appena accennata: «Ho stanziato soldi per cento assunzioni di agenti municipali, non so se le ha fatte. Iscriva all'anagrafe tutti i cittadini e gli immigrati che vuole, noi verificheremo se viola la legge. Io penso al bene dei napoletani».

Poi, la rivendicazione della riforma dell'Agenzia per le confische ai mafiosi e l'accenno alle nuove norme che differenziano la protezione e la gestione di collaboratori e testimoni di giustizia.

Con un annuncio: «Stiamo verificando le scorte assegnate, sulla base di criteri tecnici, non politici,. Chi non ne ha diritto, dovrà muoversi con taxi e autobus». Sono le sette di sera, quando Matteo Salvini parte da Afragola con il suo corteo di auto. Destinazione Puglia. Ma, prima, una tappa promessa. Salvini e il suo seguito si fermano a Saviano di Nola, al caseificio «Il Giglio». Una sosta per mangiare dal vivo quelle mozzarelle che, proprio da quel caseificio, partono da tempo in omaggio al ministro. Non poteva mancare la pausa culinaria. Stavolta tutta campana».

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