Legittima difesa, M5S frena ma Conte avverte: una disciplina serve

Legittima difesa, M5S frena ma Conte avverte: una disciplina serve
di Barbara Acquaviti e Francesco Lo Dico
Giovedì 19 Luglio 2018, 10:10 - Ultimo agg. 12:39
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Doveva essere il giorno della bandiera leghista orgogliosamente sventolata in Senato, e finisce invece con una vistosa crepa nel governo. Anche se tutti, ufficialmente, si affrettano a parlare di «piena sintonia». Perché sulla legittima difesa, che ieri ha cominciato il suo iter a palazzo Madama, il partito di Salvini ha molta fretta. Mentre i pentastellati vogliono prendersi tutto il tempo necessario per approfondire, capire, puntualizzare. Di fatto, una frenata.

Messa nero su bianco in una nota del senatore grillino Francesco Urraro che parla di «delicatezza» e «complessità» della materia trattata per cui «è necessaria un'analisi approfondita» per «rendere la legge realmente efficace ma nella piena sicurezza dei cittadini», il tutto «senza muoversi sull'onda emotiva».

Non è un caso che, ancora una volta, parlando alla Camera, il Guardasigilli pentastellato Alfonso Bonafede sia tornato a rivendicare che la materia, storica battaglia leghista, sia di sua competenza: «Riguarda la giustizia, non la sicurezza. E' una priorità della maggioranza». Non è escluso, infatti, che il M5s decida di presentare una sua proposta. Si andrebbe ad aggiungere alle cinque già depositate, di cui una popolare, due di Forza Italia, una di Fdi e, soprattutto, una della Lega, a prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo, che modifica l'articolo 52 del codice penale eliminando il principio della proporzionalità tra offesa e legittimità della difesa.
 
Ma è proprio l'idea che la difesa sia sempre legittima a non trovare terreno fertile tra i pentastellati. Che, ribadiscono di considerare il provvedimento una priorità, ma non vogliono assecondare quella che definiscono la piega pistolera dei soci di governo.

Una mediazione andrà trovata e anche in tempi abbastanza rapidi: essendoci anche un disegno di legge di iniziativa popolare, il regolamento prevede che si vada in aula entro tre mesi anche se la commissione non ha concluso l'esame. Per questo, non si esclude nemmeno la strada dell'iniziativa legislativa governativa.

Sia dalla Lega che dal M5s negano contrasti. Ma i distinguo restano e, infatti, Bonafede sottolinea che sarà oggetto di revisione «l'eccesso di legittima difesa» senza tuttavia che salti «il principio di proporzionalità». Per la prima volta sull'argomento interviene anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Il governo non vuole incitare alla giustizia privata nè all'uso delle armi. Questo governo però è consapevole che sul piano applicativo giurisprudenziale della legittima difesa si siano create delle incertezze che vanno risolte».

Sul grilletto facile si annidano buona parte delle preoccupazioni pentastellate, tanto che ancora una volta Bonafede ribadisce il «no alla liberalizzazione delle armi». Matteo Salvini prova a rassicurare. «Il mio ultimo obiettivo è il modello americano, non mi interessa vendere le armi in tabaccheria. Il modello che preferisco è quello svizzero». In questo senso, il Movimento è assai vicino alle posizioni del presidente dell'Anm, Francesco Minisci. Il quale ha ricordato ieri che abolire la proporzionalità dal codice significherebbe affidare ai cittadini margini di discrezionalità troppo ampi che potrebbero legittimare reati molto gravi, e persino l'omicidio.
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