Grillo, siluro al leader del Carroccio
«Non possiamo fermare i flussi»

Grillo, siluro al leader del Carroccio «Non possiamo fermare i flussi»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 12 Gennaio 2019, 11:38 - Ultimo agg. 19:30
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Entra con il taxi. E non può vedere la mini contestazione di due ex iscritti al movimento. Ecco Peppe Grillo a Napoli. Ma al teatro Diana con il suo spettacolo Insomnia, ora dormo dove il suo monologo vira sulla politica ma senza toccare mai il suo movimento. Quello, il popolo dei militanti, è in sala anche se non c'è proprio il tutto esaurito. Ma vedremo stasera quando sono attesi consiglieri e parlamentari, a partire dal presidente della Camera Roberto Fico per godersi lo spettacolo del fondatore del movimento tornato nelle sue vecchie vesti di comico-fustigatore.
Fuori prima dello spettacolo, due militanti inscenano una mini protesta accusando Grillo e il movimento di aver tradito i propri ideali. Sulla Tav, sull'Ilva, sui vaccini e sul condono di Ischia. Sono Marco Sacco e Roberto Ionta, candidati alle ultime regionali regionali: espulsi nel febbraio 2016 e reintegrati due anni dopo grazie ai magistrati. «Ma non possiamo reiscriverci perché abbiamo fatto causa al movimento. Non c'è democrazia lì dentro e dei vecchi ideali non c'è più nulla», accusano solitari, a mo' di uomini sandwich, con addosso un cartellone che elenca i dieci tradimenti dell'M5s. «Ci vuol tempo, lasciateli governare», urla un signore prima di entrare allo spettacolo. Addirittura un altro attacca imbestialito a voce alta i due contestatori di «essere stati mandati lì dal Pd ...». Figuriamoci. Dura poco e i due vanno via perche' ci sono attempati signori, comprese consorti in pelliccia, pronti a difendere il leader che da li' a poco deve iniziare lo spettacolo. Non e' aria per loro, insomma. E vanno via alla spicciolata.

Sul palco, minimale (solo un letto ad una piazza come scenografia), Grillo procede spedito per due ore filate. Il suo è un monologo che è un viaggio all'interno del suo mondo. Fatto di riflessioni sull'attualità e sulla politica con l'intento di rimandarci un'immagine diversa di sé più veritiera: più intimista, meno movimentista o comunque più di quanto non venga riportata, secondo lui, dal mondo dell'informazione.

«Io non ho mai bestemmiato, qualcuno si è inserito nel mio profilo e l'ha messa sul blog a mio nome. I giornali però - accusa - per due giorni l'hanno pubblicata mentre io l'avevo cancellata dopo pochi minuti». E pure sull'essere no-vax, di cui ieri mattina c'è un'ufficiale marcia indietro, accusa i giornalisti di manomettere il suo pensiero: «Da trent'anni». «Sull'Aids, sui vaccini io ho solo riportato il pensiero degli scienziati in alcuni miei spettacoli comici Anche - aggiunge- trent'anni fa riportavo quel che famosi scienziati dicevano. E basta». Come a dire, anzi a ribadire, che lui è solo un teatrante.E la sua è solo una sua personalissima visione del mondo che è e che verrà. E ancora come riferito al movimento: «Onestà, onestà non lo devi urlare nelle piazze. Ma praticarla e zitti». Con chi ce l'avrà? Mistero.

Su Napoli solo una definizione,a inizio spettacolo: «È una città fallita e non fallita, pacifista e non pacifista».

Che poi è l'unico passaggio politico assieme a quello sul leader leghista: «Non possiamo fermare i flussi. Anche quelli degli immigrati. Possiamo solo controllarli. Ma - aggiunge- Matteo è un ragazzo leale».

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